nostro inviato ad Atene
È vero, si è arreso alla tensione. E per un uomo come lui fuggire dalla tribuna donore della finale di Champions league non è un tradimento.
È vero Adriano Galliani non ce lha fatta dopo il gol di Kuyt a resistere in tribuna, al fianco del presidente Berlusconi, ed è sceso a precipizio lungo le scale dellOlimpico di Atene per rifugiarsi negli spogliatoi e per evitarsi la tortura di quegli ultimi minuti. «Non ce lavrei fatta», riconosce alla fine ancora sudato di gioia, pieno della soddisfazione che una squadra di calcio riesce a regalare.
Adriano Galliani è senza più energie, svuotato positivamente da quel che è accaduto ieri notte ad Atene, sotto lAcropoli. «Quando cè Pippo non si perde» è la sua frase ripetuta come una specie di motivetto. Al dirigente cui piacciono tanto le cifre e le ricorrenze, non è sfuggito il particolare decisivo. Con Inzaghi in campo, il Milan non ha mai perso una finale, di recente. Ad Atene, SuperPippo venne relegato in tribuna, ecco il riferimento storico passato.
La felicità è una nuvola rossonera che avvolge Galliani dallinizio alla fine. Forse perché anche lui è tra quelli che hanno affrontato la traversata del deserto, sono partiti da Belgrado e hanno concluso la loro matta corsa ad Atene, conquistando la coppa dei Campioni più bella.
«Non più bella ma di sicuro limpresa più grande compiuta dal Milan in questi ultimi venti anni» è il suo riconoscimento. Che vale per tutti, per lallenatore e per i giocatori, per la società rimasta con la testa sulle spalle nei giorni difficili e complicati.
Da Galliani a Paolo Maldini, il capitano dei record il passaggio è quasi scontato. Ha raggiunto Gento, un altro mito, ha commosso lEquipe, quotidiano storico parigino che organizza il Pallone doro, ha alzato unaltra coppa, dopo le altre, presa dalle mani di Platini in tribuna donore, e ha dato il grande annuncio. «Volevo con tutte le mie forze questo trofeo per un motivo semplicissimo: perché ho deciso di restare a giocare per un altro anno e perché voglio tornare a Tokio e riprovare lassalto alla coppa Intercontinentale», le sue parole dettate in tv. Laveva detto dopo aver perso ai rigori col Boca Juniors: «Prego di poter ancora tornare da calciatore in Giappone». Inzaghi lha accontentato. E gli ha allungato la carriera. Oltre che la bacheca dei trionfi.
Trionfi del calcio italiano che qui finalmente si possono ricollegare a un anno fa, alla festa pazza della Nazionale a Berlino dove ci fu unaltra rimonta clamorosa e storica, guidata da Marcello Lippi.
«Alla faccia di chi diceva che il calcio italiano era in crisi.
E confermato puntualmente da Marcello Lippi, ieri sera in tribuna con sua moglie al fianco. «Quella del Milan è stata unaltra lezione allEuropa intera» è la sua frase.
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