"Maledetti" (e benedetti) toscani

"Maledetti" (e benedetti) toscani

Talvolta i lettori del nostro Giornale, per come scrivono, per ciò che pensano e per quello che hanno vissuto, soprattutto se hanno frequentato queste pagine dall'origine, hanno da insegnare un bel po' a noi più recenti. Uno di loro, di cui per discrezione ometto il nome, mi ha scritto questa deliziosa lettera che parte dalla mia piccola denuncia sulla commessa di Feltrinelli che ha mal guardato un povero acquirente de La disuguaglianza fa bene, di cui anche troppo abbiamo detto in queste pagine.

Ecco cosa scrive: «Leggendo il suo pezzo riguardante la commessa di Feltrinelli/Osvaldo, mi sono ricordato di quanto mi capitò nel lontano 1975 allorquando, da ragazzo, ero solito trascorrere le vacanze estive nella casa di campagna di alcuni zii toscani che abitavano a Galleno, una piccola frazione del comune di Fucecchio, provincia di Firenze. Orbene, se anche lei ricorda, a quel tempo aveva da poco iniziato le pubblicazioni il nostro quotidiano (che allora si chiamava il Giornale nuovo) e pure io lo leggevo in quanto non potevo più condividere quanto ci veniva propinato a quel tempo dalla stampa nazionale... Allora Galleno, come ancora oggi, era una piccola frazione con pochissimi abitanti che aveva nel suo nucleo, oltre ad un tratto ben conservato della via Francigena, la chiesa parrocchiale, la farmacia, alcuni negozi di generi alimentari ed il figaro locale che, in assenza di una rivendita di giornali, esponeva nel suo negozio, su alcune mensole, giornali e riviste.

Volendo acquistare il nostro giornale entrai perciò nel negozio del barbiere e chiesi del nostro quotidiano. Ricordo ancora la vivace reazione verbale del titolare che, nel suo colorito vernacolo, mi spiegò che lui non avrebbe mai venduto un fogliaccio reazionario come quello fondato dal fucecchiese Montanelli e che perciò, se lo volevo acquistare, dovevo cambiare provincia e andare in macchina nei comuni confinanti con Galleno, ovvero Altopascio, provincia di Lucca, o Santa Croce sull'Arno, provincia di Pisa... cosa che feci, più che volentieri, durante tutto il mio soggiorno presso gli zii.

Concludo questa mia breve e-mail rammentando che solo ora, dopo la morte di Montanelli, Fucecchio si è ricordata del suo illustre concittadino promuovendo iniziative culturali anche attraverso la Fondazione Montanelli Bassi, ma all'epoca, quando era ancora in vita, se non ricordo male, quando si trattò di allargare le strade della vicina località Le vedute l'amministrazione non si fece scrupolo di espropriare buona parte del giardino annesso alla villa ove amava trascorrere, sin da bambino, le sue vacanze estive.

Del resto come non ricordare che per gli abitanti di Fucecchio (in giuso o in suso?), altri maledetti toscani (però non fiorentini) hanno pure coniato un detto sconosciuto ai più: Fucecchiesi... nobiltà falsa e bugiarda!».

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