L’unica consolazione è la faccia da D’Artagnan di «Mondo», in piedi davanti alla panchina, con un sorriso dolce. La storia di Emiliano Mondonico almeno mi addolcisce la pillola: fa piacere vedere di nuovo in serie A una persona che ha rischiato la vita. E fa piacere vederlo sorridere per una vittoria. La prima sensazione, quindi, è stata di soddisfazione per un amico che ho avuto il piacere di conoscere bene quando allenava la Cremonese di Vialli. Il resto è gelo.
L’Inter di oggi è una squadra che sta svendendo uno a uno i pezzi migliori. È una squadra che due anni fa ha vinto tutto con l’allenatore migliore che c’è. Serviva già l’anno scorso un processo di rinnovamento. Non c’è stato. Non è solo una questione di soldi, è mancato soprattutto un mercato più intelligente. El Shaarawy ad esempio non costava tanto, stesso discorso per Vidal e Nocerino. Dispiace vedere Juve e Milan fare grandi acquisti mentre l’Inter rimane al palo. I tifosi si sono illusi.
Hanno sperato nelle grande rimonta invernale, hanno creduto alla rotonda vittoria di Siena. Tutto un miraggio. È impensabile che questa squadra stanca potesse reggere a lungo. E forse questa ennesima sconfitta serve a far capire che è l’ora di una rifondazione, di volti nuovi. Se è davvero così, allora è stata quasi un bene, e comunque fa calare il sipario sulle illusioni. Il problema è che in questo momento di difficoltà ognuno vuole vincere la partita da solo.
Non c’è armonia:quello che tira, quello che non passa la palla, quello che non va in aiuto al compagno. Tutto questo solo per stanchezza e confusione. In questo momento il ruolo dell’allenatore sembra essere solo quello di rimettere insieme i cocci.Ranieri d’altronde è un ottimo allenatore. È molto garbato, come quando ha detto che sarebbe stato utile tenere Thiago Motta. Non me la prendo con i giocatori. Stanno facendo il possibile.
Il mio rimpianto è Oriali, capace di fare delle grandi campagne acquisti. Il mancato acquisto di El Shaarawy, se non si è capito, mi è andato per traverso. Immagino che, con queste parole, nessuno mi regalerà in futuro una tessera dell’Inter. Ma il mio è lo sfogo di un tifoso ferito. Mi piacerebbe svegliarmi da questo gelo con una illuminazione improvvisa. L’Inter avrebbe bisogno di vivere una bella favola. Una storia da film.
Ecco, ci vorrebbe un Jeremy Lin. Il ragazzo che sta scaldando in questi giorni i cuori dei tifosi dei New York Knicks. Il coach Mike D’Antoni ha pescato dalle riservedelleriserve un carneade davvero invidiabile. Lin era l’ultima riserva, il quarto play di una squadra senza cervello. Non lo conosceva nessuno.
Preso per disperazione dopo che due squadre lo avevano tagliato, licenziato. Eppure questo sconosciuto ha cambiato il destino dei Knicks, che hanno vinto le ultime cinque partite, tanto da salvare la panchina fragile di D’Antoni. Chiudiamo gli occhi e sogniamo un Jeremy Lin in neroazzurro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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