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La maledizione di Playboy Un’altra coniglietta trovata morta tra i rifiuti

Il cadavere è stato ritrovato da un barbone mentre cercava bottiglie e lattine tra i rifiuti. La coniglietta di Playboy era lì, chiusa in una valigia, dentro un camion di rifiuti. I sospetti ora sono tutti su Ryan Alexander Jenkins, 32 anni, una star dei reality show. Era il compagno della bella Jasmine Fiore, 28 anni, morta strangolata. Tante ombre e un indizio. Gli amici dicono che si erano sposati a Las Vegas, secondo la madre erano solo fidanzati. Di certo c’è questa ombra nera sulle ragazze di Playboy. È il destino maledetto delle conigliette che ritorna. Vita da copertina, luccichii di successi, amori passionali e cocktail di overdose. Sono le storie tragiche delle playmate, un esordio che parte dalla polvere, il successo che le fa volare veloci, le porta lontano. Amori passionali, fidanzati violenti, eredità importanti lasciate da mariti vecchissimi. Storie di amanti e overdose. La lista è lunga e inizia con Marilyn Monroe: la diva. La prima. Lei è lì, ammiccante; nuda. Un flash che resta per sempre. Che diventa storia, quasi inconsapevole. Era il 27 maggio 1949, e la sconosciuta Norma Jean Baker, non ancora Marilyn, accetta di posare nuda per 50 dollari. Mancavano almeno quattro anni al successo. Allora, soldi pochi. Unica condizione che la moglie del fotografo fosse presente alle riprese. Il resto è storia. Firma il contratto con lo pseudonimo di «Mona Monroe», nel calendario allegato a Playboy appare come «Miss Golden Dreams». Il primo numero di Playboy esce quattro anni dopo quegli scatti, nel dicembre del 1953 al prezzo di 50 centesimi di dollaro con la tiratura di 53.991 copie. Il destino è segnato. Marilyn e il mito, il personaggio da imitare, i suoi amanti, le sue passioni, il matrimonio con Joe Di Maggio che dura meno di un anno, quello con Arthur Miller che non funziona. Marilyn l’instabile, la dea ammirata. John e Bob Kennedy, i suoi flirt che non sapranno mai di amore vero. Lei che si spegne, tra crisi isteriche e sbornie di barbiturici.
Nove anni dopo quell’esordio sul Playboy, l’ultima immagine della Monroe è ancora nuda sul letto; aggrappata al telefono: Marilyn, muore sola, a 36 anni nella sua casa di Brentwood, il 5 agosto del 1962 per overdose.
In mezzo ci sono Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, due anni dopo aver posato per Playboy, nel 1969 viene uccisa a colpi di pugnale incinta di otto mesi da Charles Manson, leader di una setta di fanatici. Dorothy Stratten, ragazza copertina del 1979 e 1980 è uccisa dalla folle gelosia del marito, Paul Snider. E pensare che è proprio il suo uomo a convincerla a mandare la foto a Playboy.
Stessa sorte orrenda per Margaux Hemingway, ragazza copertina 1990, sorella di Mariel, interprete della Stratten nel film Star 80 e nipote del celebre scrittore americano. Anche lei non sfugge al destino tragico da coniglietta. Stesso copione: muore nel 1996 per un’overdose di barbiturici. La lista è lunghissima, ci sono Star Stowe, playmate di febbraio 1977, trovata senza vita nel 1997 a Coral Spring, dietro un giro di alcol e prostituzione. Le copertine sono solo un assaggio di paradiso, poi devi meritartelo e quella luce sulla ribalta pesa. È un’occasione o una condanna. L’alcol, i barbiturici, il veleno, i marciapiedi sono sempre lì, basta un passo e sei all’inferno.
Luna nera e maledetta anche per Anne Nicole Smith, copertina 1993. Allora aveva 25 anni e un corpo da sogno. Su quella foto è cresciuta la sua breve e fatale fortuna. Si era esibita in uno strip club che l’aveva ingaggiata proprio dopo quella foto. È lì, in quel night, che era riuscita a catturare lo sguardo del miliardario Howard Marshall, 88 anni, sessantatré più di lei. Lei la ragazzina abbandonata dai genitori in un paesino del Texas, cresciuta lavorando come cameriera era diventata l’ereditiera di 88 milioni di dollari. Poi il declino. La sua forma Playboy era un ricordo, 61 chili più del suo peso Playboy, alcolizzata, impasticcata, un viaggio tragico fino alla misteriosa morte nello Hard Rock hotel a Miami.

Lei che aveva giurato: «Diventerò la nuova Marilyn».

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