«Divertitevi alla Casa Bianca, è un posto meraviglioso». È questo il consiglio delle gemelle Bush, Jenna e Barbara, recapitato alle piccole Obama, Malia, dieci anni, e Sasha, sette. La tradizione vuole che il presidente uscente lasci sulla scrivania dello Studio Ovale un messaggio di auguri al successore. «Buona fortuna», ha scritto con poca fantasia ma estremo realismo George W. Bush a Barack Obama. E le sue figlie lo hanno imitato. Le due gemelle sono veterane della Casa Bianca: ci sono entrate la prima volta quando il nonno, George H. Bush, fu nominato presidente nel 1988, avevano sette anni. Ci sono tornate a 18. «Trovatevi amici fidati. La Casa Bianca è un posto pieno di persone care e devote. Tre uscieri, Buddy, Ramsey e Smiley, ci hanno accolte quando arrivammo in quell'atrio intimidatorio. Le loro risate e i loro abbracci ci fecero sentire subito le benvenute».
Malia e Sasha non sembrano però affatto intimidite e lo hanno dimostrato nei momenti salienti dell'investitura di papà Obama. Malia ha rivestito per due giorni il ruolo di fotografo della famiglia, tenendo sempre a portata di mano nel suo cappottino blu accesso una piccola macchina digitale. Sia lei sia la sorella non sono rimaste immobili un attimo, sembravano divertite, raramente annoiate, e spesso hanno distratto il padre con una frase sussurrata all'orecchio. Come d'altronde hanno sempre fatto nella lunga campagna elettorale. E, riportano i giornali americani, la loro prima notte alla Casa Bianca è stata per loro sicuramente più eccitante del tour de force danzante dei genitori. Doveva essere una semplice serata dvd, invece, come vuole la tradizione, lo staff aveva preparato loro una caccia al tesoro. Con la Casa Bianca ancora non ancora in funzione operativa, l'obiettivo è stato quello di far scoprire i segreti del palazzo alle bambine. Che al termine hanno ricevuto la visita dei loro idoli pop: le voci del gruppo Jonas Brothers, per cui le due si sono prese una cotta.
Intascati o no i consigli delle gemelle Bush e premiate dopo le fatiche dell'insediamento con un giorno a casa da scuola, ora Malia e Sasha dovranno cavarsela con la vita costantemente sotto i riflettori. I Clinton fecero di tutto per tenere Chelsea lontano da occhi indiscreti. Quando Bill entrò alla Casa Bianca, nel 1993, lei aveva 12 anni. Da allora con la stampa non ha mai parlato e, scrive il New York Times Magazine, dopo qualche anno e molti vani tentativi, i giornalisti capirono il messaggio: la figlia del presidente era off limits. Il rischio? Esporla alla stessa pressione mediatica di cui era stata vittima Amy, la figlia del presidente Carter, entrata alla Casa Bianca a nove anni e di cui le cronache ancora ricordano il gatto siamese Misty Malarky Ying Yang, e la sua grande provocazione: leggere un libro durante un'intera cena di Stato del padre. Chelsea invece ha fatto poco parlare di sé. Una volta, nel 2000, a un incontro politico di Hillary, mentre accompagnava la madre sul palco, un sostenitore urlò: «Facci sentire la tua voce». Si avvicinò al microfono e disse solo: «Hello».
Poi, nell'ultima campagna per le primarie, è scoppiato il fenomeno: Chelsea è salita in tribuna, ha parlato, ha fatto persino speculare su una sua possibile discesa in politica. Niente di tutto ciò ancora per le sorelle Obama, che forse per ora metteranno in pratica il consiglio delle veterane Bush: «Fate tutto ciò che potete fare, quattro anni passano in fretta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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