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Malpensa, battaglia di Sea per i diritti

L’avvio della Nuova Alitalia il 1º dicembre, più volte preannunciato, risulta piuttosto improbabile. «Non c’è nulla di definito, visto che mancano ancora le necessarie autorizzazioni» ha detto ieri il responsabile della divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè, l’eminenza grigia di tutta l’operazione Cai. «Comunque - ha aggiunto - sarà l’ad Rocco Sabelli a decidere i modi e i tempi delle iniziative, anche di comunicazione». Miccichè si è detto anche fiducioso per un accordo «a breve» con i piloti e il personale di terra ancora dissenziente. Da Mosca, gli ha fatto eco il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, secondo il quale uno sciopero in questo momento «sarebbe una follia».
Ieri lo stesso Sabelli, accompagnato da Vito Riggio, presidente dell’Enac, e dal commissario Az Augusto Fantozzi, ha fatto visita al quartier generale della Iata, a Ginevra. Tra i vari temi, anche l’utilizzo da parte della Nuova Alitalia del codice Az, che identifica la compagnia italiana in tutto il mondo, e che dovrebbe essere trasferito con gli asset richiesti da Cai. La Iata ha tracciato un panorama drammatico del trasporto aereo mondiale: 30 compagnie fallite nel 2008 (sulle mille esistenti al mondo, di cui 230 iscritte alla Iata), perdite attese per 5,2 miliardi a fine anno.
Su temi legati alla Nuova Alitalia si è soffermato ieri, con toni critici, il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi. La Sea vanta crediti per 47 milioni verso Alitalia, mentre in questa fase di commissariamento i servizi vengono pagati in anticipo. Mortificata Malpensa dal «de-hubbing» (gli slot operati a Malpensa da Alitalia furono 250 lo scorso anno, 90 l’estate scorsa e 45 nel mese in corso), la battaglia di Bonomi si è da tempo indirizzata su un altro fronte: quello dei diritti di volo internazionali che potrebbero, se liberalizzati, permettere a molte altre compagnie interessate di operare collegamenti intercontinentali dallo scalo. La proposta della Sea al governo è di una sorta di automatismo attraverso il quale, a fronte della richiesta di un vettore, sia possibile ottenere da Enac un’autorizzazione provvisoria per operare su una tratta in deroga ai rapporti bilaterali tra i due Paesi collegati (il secondo volo giornaliero di Emirates Malpensa-Dubai, presentato ieri, utilizza questo modello). La regolamentazione dei diritti è attualmente molto rigida, e rispecchia intenti protezionistici che oggi non hanno più ragione d’essere. Pare comunque scontato che il portafoglio diritti accompagnerà Alitalia dalla vecchia alla nuova fisionomia.
Quello che non è ancora chiaro è che destino sarà riservato agli slot di Alitalia. La compagnia ha già predisposto richieste prudenziali in vista della conferenza Iata di Atene del 13 novembre ad Atene, ma visto che il passaggio a Cai non sarà ancora avvenuto, il programma sarà riveduto «in corso d’opera».

Si tratterà anche di capire quanti e quali slot seguiranno la flotta prenotata da Cai al commissario; sulla loro quantità pesarenno anche gli accordi internazionali della compagnia, che potrebbe utilizzare le bande orarie anche grazie al partner straniero. Bonomi ieri ha detto che se venisse scelta Lufthansa, per Malpensa sarebbe un’accelerazione del piano Scala per il «re-hubbing». Ma i segnali ormai sono univoci: partner di Cai-Alitalia sarà Air France.

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