Malpensa, scoppia la guerra delle rotte

Per la regione danni potenziali a 15 miliardi «Positivo» il vertice Ryanair-Sea

da Milano

Con due laconici comunicati paralleli, cinque righe in tutto, ieri pomeriggio è stata data notizia dell’avvio dei contatti tra Sea e Ryanair. Giovedì quest’ultima ha annunciato di voler aprire una base all’aeroporto di Malpensa. «Incontro di natura esplorativa ma ritenuto da entrambe le parti produttivo e proficuo». «Nel corso delle prossime settimane Ryanair e Sea esamineranno le proposte discusse durante l’incontro e nel frattempo non faranno ulteriori commenti». La delegazione milanese, guidata dal direttore della Sea Giulio De Metrio (ex Volare, ex Alitalia), ha raggiunto Dublino su un volo di Aer Lingus, la compagnia nazionale irlandese che Ryanair vorrebbe scalare, e di cui è già primo azionista. Il luogo dell’incontro, guardato sotto il profilo dei comportamenti, rappresenta gli attuali rapporti di forza: Ryanair ha lanciato la proposta, ma è la Sea che si è subito precipitata a Dublino.
Non sarà una trattativa né breve né facile. La Sea, che ha tutto l’interesse ad aspettare l’evoluzione delle vicende Alitalia, appare sotto scacco: le condizioni di Ryanair potrebbero essere molto difficili da accettare, ma d’altro canto, rifiutare lo sbarco di Ryanair a Malpensa potrebbe essere fonte di una valanga di polemiche. A questo proposito, detto per inciso, il sempre spettacolare Michael O’Leary, numero uno della compagnia, ieri con la sua proposta ha ottenuto (non low cost, ma gratuitamente) una quantità di spazio sui giornali italiani e stranieri del valore di molti milioni di euro.
Sul tema Malpensa-Ryanair (con Alitalia sullo sfondo) ieri sono stati protagonisti il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti. La Moratti ha bollato come «sequestro di mercato» la pretesa di Alitalia di mantenere l’esclusiva degli slot dello scalo di Malpensa nonostante il ridimensionamento delle rotte. Quanto a Formigoni con una lettera al premier Romano Prodi, ha chiesto di partecipare alla prossima riunione del Consiglio dei ministri: «Ci sono decisioni gravi che riguardano la Lombardia». Il danno per la Regione sarebbe «di 15 miliardi all’anno» se Alitalia dovesse realmente abbandonare l’aeroporto di Malpensa.
Formigoni inoltre ha annunciato iniziative contro l’attuale regolamentazione degli slot. «Intendiamo denunciare, presso il governo italiano e l’Unione europea che l’azione di Assoclearance (l’organismo di attribuzione degli slot, ndr) è incostituzionale perché viola il titolo V della Costituzione e una normativa europea». «La Costituzione - precisa Formigoni - e un regolamento europeo dicono con chiarezza che nell’assegnazione degli slot e delle rotte le Regioni hanno poteri di codecisione». In realtà la Costituzione là dove indica le competenze legislative dello Stato e le materie di «legislazione concorrente» da parte delle Regioni, cita, sì, «porti e aeroporti civili»: ma si tratta di una norma non disciplinata da leggi o regolamenti, mai esercitata, priva sia di precedenti che di strumenti.

In più - fanno notare autorità aeronautiche che preferiscono non essere citate - lo scalo di Malpensa ha una tale rilevanza nazionale che renderebbe improbabile una competenza regionale.
Formigoni, infine, ha annunciato di aver allo studio la creazione di una compagnia mista, italo-straniera, per collegare Malpensa a tutto il mondo.

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