Maltempo, anziani evacuati nelle Cinque Terre Un altro allarme nubifragio spaventa la Liguria

Torna la pioggia in Liguria e scatta l'allarme nubifragio:potrebbe essere anche peggio di quella che ha devastato le Cinque Terre una settimana fa. Oggi il maxi esodo organizzato dalla Protezione civile. Sindaci in rivolta contro la raccolta differenziata dei detriti

Maltempo, anziani evacuati nelle Cinque Terre Un altro allarme nubifragio spaventa la Liguria

Scavano nel fango con le braccia a pezzi. Sono sfiniti, ma non mollano gli spezzini che in queste ore pregano che le previsioni meteo sbaglino. In Liguria, da oggi scatta l’«Allerta 2» per l’arrivo di una nuova perturbazione che, secondo gli esperti, potrebbe essere anche peggio di quella che ha devastato i borghi delle Cinque Terre una settimana fa. Tutta colpa di «un’intensa depressione atlantica che non riuscirà a transitare verso est, bloccata da un forte anticiclone presente sull’Europa centro-orientale». Le piogge, anche intense, continueranno a bersagliare per giorni e giorni le stesse zone, soprattutto Piemonte e Liguria. Oggi nelle aree più colpite del Levante, da Vernazza a Monterosso, scatterà un maxi esodo organizzato dalla protezione civile: decine di persone, soprattutto anziani e chi abita in zone già colpite saranno portati via e messi al sicuro. Il lavoro per sgomberare le strade e i corsi d’acqua dai detriti non si è mai fermato in questi giorni, una corsa contro il tempo. Una corsa impari. Anche perché di problemi ne nascono nuovi ogni giorno. Ieri il sindaco di Brugnato, Claudio Galante, ha denunciato la richiesta della prefettura della Spezia, avallata dall’Arpal, agenzia regionale per l’ambiente, di differenziare i rifiuti raccolti nel fango prima di caricarli sui camion. «Stiamo piangendo ancora e abbiamo paura per le prossime precipitazioni, facciamo un lavoro immane per liberare il materiale che ostruisce ancora fognature e tombini, e adesso ci si mettono pure queste prescrizioni», si foga il sindaco. Brugnato è uno dei paesi più colpiti da frane e allagamenti e ovunque ci sono mucchi di detriti resi irriconoscibili dal fango. «Tutti i sindaci di queste zone - spiega Galante - hanno istituito discariche di emergenza per raccogliere i rifiuti e i materiali che con grande fatica stiamo levando dalle strade, dalle fognature e dai tombini per ridare sfogo alle acque. Di certo non siamo mafiosi, e di certo non scarichiamo rifiuti tossici in quelle discariche. Ma adesso pretendono addirittura che differenziamo i materiali prima di caricarli sui camion! Ci vorrebbe un po’ di buon senso...».
Al contrario l’Arpal sostiene che la disposizione prefettizia sia in linea con quanto già stabilito in altri casi di alluvioni e necessaria per consentire lo sgombero «ordinato» dei materiali alluvionali. I tecnici sono impegnati 24 ore su 24 persino per effettuare analisi di laboratorio per classificare i campioni prelevati dai rifiuti. Nel caso delle Cinque Terre la mancanza di spazi per organizzare montagne di detriti rende il rispetto dell’ordinanza un aggravio di impegno per chi lavora a ripulire gli alvei dei torrenti.
Ci sono poi le storie umane. Commoventi, talvolta strazianti. Come quella del vigile del fuoco che si è sentito male mentre soccorreva le persone alluvionate e ora è ricoverato in rianimazione. Già nota quella di Salvatore Usai, 38 anni morto mentre salvava due persone dalla furia dell’acqua a Monterosso: ieri una folla lo ha salutato ai funerali che si sono svolti al suo paese in Sardegna. Poi ci sono episodi allucinanti.

Come chi in questi giorni va a caccia di barche alla deriva in mare aperto: per la legge sono relitti e chi li ripesca può chiedere un compenso sul valore dell’imbarcazione. Sono pirati questi, come chi vende le lattine di Coca cola a 5 euro. Non c’è differenza.

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