da Milano
Quelli di An scommettono su chi è il prossimo. Toto-Storace sotto la pioggia battente di piazza San Babila. Anche se ad ogni nome e cognome replicano, «è una fuga idealista e cioè con l’idea di essere messo in lista». Battuta almirantiana replicata da Ignazio La Russa, mentre Azione Giovani distribuisce un volantino dal titolo in spagnolo: «Silvio, por que no te callas?». Ironia («Silvio, perché non stai zitto?») che non fa sorridere Ignazio La Russa troppo alle prese con il trasloco armi e bagagli di un pezzo di partito.
Primo della lista è Stefano Di Martino. Si nota la sua assenza sul palco, dove Ignazio La Russa chiama a raccolta tutto lo stato maggiore. È assente, dicono, ma «giustificato»: il vicepresidente del Consiglio comunale «è a una manifestazione di monarchici fuori Milano». Comunque, non negano che il suo rapporto con An si è ormai rotto e che ha il suo peso pure quell’iscrizione fatta dal pm Grazia Pradella nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio. Accusa di aver approfittato del suo ruolo istituzionale per fare arrivare un bel gruzzolo di soldi ad un’associazione italo-cinese presieduta da una sua amica.
Dettaglio di troppo per An, che non peserebbe invece su La Destra: «Il partito di Storace con Di Martino si troverebbe invece un rappresentante nel Consiglio comunale», osserva un larussiano doc. Già, difficile ipotizzare l’ingresso nell’aula di Palazzo Marino - sede e simbolo dell’amministrazione Moratti - per un altro candidato ideale del movimento di Storace, Gianfranco De Nicola. Capogruppo provinciale di An e primo dei non eletti al Comune di Milano, De Nicola sarebbe pronto al salto. «Piuttosto che vederlo in Comune, evitiamo di sostituire l’assessore Carla De Albertis (altra transfuga da Storace, ndr) con il capogruppo consiliare Carlo Fidanza» annotano dall’entourage di La Russa. E, quindi, a De Nicola non resta che passare di là ovvero di lasciare il partito di Fini per La Destra, che avrebbe quindi un gruppo anche nell’istituzione Provincia di Milano.
E in Regione? Tutti indicano come «non impossibile» l’uscita del consigliere Silvia Ferretto. Decisione non facile per la moglie del vicesindaco di Milano De Corato (anche lui An), che eletta nelle file di An è da anni in quota al gruppo misto del Consiglio regionale lombardo. «Scelta provocata da incidenti di percorso personali divenuti insuperabili» chiosa un assessore, che non nasconde lo stato di crisi tra Ferretto e il gruppo dirigente di An esploso in clamorose denunce.
Ma c’è anche un ex assessore della Regione che, secondo il tam-tam degli ex missini, potrebbe trovare collazione nella Destra di Storace. È Carlo Borsani junior - figlio della medaglia d’oro al valor militare Carlo, storica figura del fascismo repubblicano -, che dopo la guida dell’assessorato alla Sanità si ritrova parcheggiato alla presidenza dell’Istituto dei tumori. «Alle ultime regionali non è riuscito a farsi eleggere, nonostante il peso del suo assessorato», raccontano i suoi supporter: «Sta in panchina, stufo di aspettare la chiamata e con voglia di voltare pagina senza perdere tempo».
«Siamo solo all’inizio» dicono all’unisono Daniela Santanchè e Luciano Buonocore: «Stamani abbiamo incontrato altri personaggi di primo piano di Milano e della provincia che stanno passando con noi. Gente stufa dell’ambiguità che si manifesta dentro An. E che, sia chiaro, vogliono stare ancora con Berlusconi senza se e senza ma».
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