Piazza Duomo è la «preferita» dEuropa. Ma può diventarlo ancora di più. Come? Basta mettere in campo un manager di quartiere, servono investimenti. Emerge da un sondaggio della Camera di Commercio e da alcune proposte del suo presidente.
Se ne è parlato al Caffè Miani, in Galleria, proprio con Carlo Sangalli e tra gli altri, con larciprete della cattedrale Luigi Manganini e Liliana Feldaman. Loccasione, la presentazione del volume «Campari Zucca Miani: 140 anni di storia milanese». Ma vediamo la ricerca su chi abita nel capoluogo e del suo rapporto con il «cuore» di Milano.
Per un cittadino su cinque, spiega lo studio, piazza Duomo è «la più bella» del vecchio continente, preferibile ad altre piazze di Parigi, Roma e Venezia. Il campione è tutto nostrano, 899 persone interviste dalla Cedcamera. Cosa affascina? Larchitettura complessiva della piazza, anzitutto, ma anche il Duomo in sé è molto apprezzato. Meno del 10 per cento degli intervistati confessa di apprezzarne soprattutto i locali. Ma qui si «chiude» la mozione degli affetti e si apre quella delle critiche.
Per il 40,8 per cento del campione il quartiere è sporco e poco curato. Da qui la generale richiesta di curare maggiormente ligiene e di aumentare la sicurezza (14 per cento degli intervistati). Ma ecco la replica del vicesindaco De Corato: «Igiene? Spendiamo due milioni e mezzo lanno, vale a dire settemila euro al giorno. Per la sicurezza, la piazza è sorvegliata e videosorvegliata 24 ore al giorno. Vigili, polizia, guardia di finanza e carabinieri. Che cosa si vuole di più? Forse è una questione di cattiva percezione».
«Dulcis in fundo», ai cittadini non spiacerebbe un arredo urbano più gradevole. Il Comune in questi anni ha lavorato molto e, per esempio, è pronto un piano per risistemare lArengario già finanziato per 25 milioni di euro. Sangalli: «Piazza Duomo è un simbolo, e sui simboli si costruisce la nuova identità di Milano, a metà strada fra tradizione e modernità. È lo specchio delle contraddizioni metropolitane, nella difficile sfida dellintegrazione dei cittadini a tempo come i turisti e chi qui ci lavora, dei locali storici come lo Zucca in Galleria e delle imprese dei servizi avanzati». Dunque? Sarebbe «utile pensare a rafforzare gli organi del decentramento municipale, come le zone, anche con nuove figure, come il manager di quartiere, dedicate a rendere la città più viva e aperta». Sulla questione è intervenuto anche larciprete della cattedrale, secondo cui piazza Duomo corre due rischi: «Continuare a essere un villaggio dove succede un po di tutto e quello, opposto, di diventare uno spazio anonimo come quello di alcune metropoli americane senza anima e identità».
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