Ambulanze bloccate perché nei pronto soccorso della capitale mancano le barelle. È la solita, triste, squallida storia. Ma una novità cè: lennesima promessa mancata da parte del presidente della Regione Piero Marrazzo.
Alcuni mesi fa, dopo una manifestazione di protesta dei dipendenti del San Giovanni esplosa davanti al Dea per denunciare la carenza di lettighe, il governatore disse che sarebbe corso ai ripari. «Assicurò di aver dato mandato per lacquisizione di nuove barelle, in tutti i Dea e nei pronto soccorso della città, per evitare laccavallamento delle ambulanze, invece ciò non è avvenuto», denuncia Domenico Gramazio, vicepresidente vicario della Commissione Sanità del Senato. Ieri alle 13 cerano 19 mezzi del 118 bloccati negli ospedali, perché non era possibile mettere i pazienti sulle barelle. Il risultato è stato il blocco del servizio, che garantisce lemergenza e lassistenza ai pazienti acuti. «Ho inviato un fonogramma urgente al prefetto - conclude Gramazio - affinché voglia disporre, nella sua responsabilità, interventi immediati nei riguardi dellazienda Ares 118, che viene ancora una volta penalizzata nelle proprie professionalità e capacità».
Alle 17 il quadro si è aggravato ulteriormente. «Nel dettaglio - sostiene il consigliere regionale Tommaso Luzzi - 7 ambulanze erano ferme allUmberto I, 10 al Policlinico Casilino, 9 a quello di Tor Vergata, 6 allospedale Vannini e altrettante al Pertini, 7 al nosocomio di Tivoli, 7 al San Giovanni e 4 al SantAndrea. Come se la situazione sopra descritta non fosse abbastanza grave, al SantAndrea cerano 19 persone in barella, in attesa di un posto letto o di un trasferimento presso unaltra struttura».
Luzzi chiede a Marrazzo di gettare la «maschera elettorale» e rimboccarsi le maniche. «I risultati della fallimentare gestione del binomio Marrazzo/Montino, fatta di tagli di posti letto, di chiusura di strutture e di un riassetto della rete ospedaliera alquanto discutibile - prosegue il consigliere del Pdl - sono sotto gli occhi di tutti e i cittadini continuano a pagarne quotidianamente le conseguenze. Mi auguro che Marrazzo riconosca il proprio fallimento e lasci una volta per tutte il timone di una Regione ormai allo sbando».
Per Luzzi non è possibile che si verifichino situazioni come quelle che vive il SantAndrea, dove si registra un aumento dellarrivo di mezzi di soccorso al limite della capacità ricettiva. «Il pronto soccorso dellazienda - conclude Luzzi - sebbene inserito nella rete dellemergenza con un grado inferiore, registra infatti un numero di accessi superiore a quello di altri ospedali, come il San Filippo Neri e il Villa San Pietro e riceve più ambulanze addirittura del Gemelli. Tutto ciò delinea un quadro sempre più cupo della sanità a Roma».
È scontro invece sulla decisione della Regione di cambiare le regole per il servizio delle ambulanze, che attualmente fanno riferimento allospedale più vicino. Tra poco tempo, invece, si dirigeranno in quello dove cè posto, anche se più lontano. «Difficile trovare Dea non intasati - commenta il consigliere regionale Udc Aldo Forte -. Ciò significa, comunque, ampliare i rischi di chi corre in ambulanza, sul filo dei minuti, per salvarsi la vita».
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