Manchester&Barça, le altre Inter d’Europa

C’è una sola Inter? No, ne son piene le classifiche dei campionati che contano. Tocca alla Champions e qualcuno avrebbe ragione di mettersi le mani nei capelli. Il Barcellona in furioso testa a testa con il Real Madrid, il Manchester United che, tra un incontro e l’altro con il Bayern, dovrà vedersela (sabato) con il Chelsea che lo segue ad un punto, perfino il Bordeaux che ha nel Montpellier un tignoso concorrente, con tanta voglia di sorpasso. La Champions ci riconsegna un’atmosfera da guerre stellari.
L’Inter si sta lasciando risucchiare dalla Roma, con il Milan come optional. Due mesi fa sembrava un’idea per creduloni. In coppa le toccherà il Cska (sospiro di sollievo o tocca ferro? Vedremo), mentre il Barcellona replicherà la gran finale parigina del 2006 contro l’Arsenal e il Manchester United si rivedrà nella finale 1999 contro il Bayern che regalò una fantastica tripletta (campionato-coppa d’Inghilterra-Champions). «Ancora oggi lo ricordo come il momento più emozionante della mia carriera», racconta Alex Ferguson che, al pari di Guardiola, non rischia certo di sentir traballare la sua panca se qualcosa non andrà per il verso giusto. Ecco, se la prendiamo così: come l’Inter non c’è nessuno. Anche per espresso volere del suo odierno allenatore, che fa di tutto per scappare o farsi cacciare.
Ma se guardassimo le cose con l’occhio nevrotico del calcio nostro, che dire del Barcellona? Tien botta, ma sente il coltello alla schiena del Real. Lo dice la classifica (74 punti a testa), ma pure la lista dei marcatori: Messi guizza con i suoi gol impossibili (25) ma dietro fanno tiro a segno Higuain (23) e Ronaldo (18). Ibra arranca a 15. Messi è il più forte cannoniere in trasferta, Higuain in casa. Il Real sta cercando il record storico di marcature (arrivò a 107 nell’89-90, ora è assestato a 81).
In un campionato così spalla a spalla, potrebbero far peso. Ed allora i conti sono già fatti: il Real ha messo in preventivo di battere il Barça 1-0, ideale per la differenza reti. E se l’Inter ha incrociato la Roma, appena prima della Champions, il Barcellona dovrà regolare i conti subito dopo i due match con l’Arsenal (11 aprile). Destini paralleli, ma quanto dovrà sudare il Barça fin dalla prima sfida a Londra!
All’Emirates Stadium, gli inglesi hanno perduto solo una partita di Champions negli ultimi sei anni. Toccò al Manchester (3-1). L’Emirates è una fortezza, la statistica parla di 24 successi e 8 pari. E nei cinque match di quest’anno l’Arsenal ha sempre vinto. Nessuno può sorridere, nemmeno il Barça che stavolta mancherà di Iniesta, il suo tuttofare di successo. Detto questo, va ricordato che nel caso l’Inter passasse il turno, poi le toccherà una delle due avversarie. Ovvero: quanto detto poco sopra varrà anche per i nerazzurri. Comunque vada.
Se poi proviamo a metter naso fra Bayern e Manchester (in ordine di andata e ritorno) che dire della gente di Sir Alex? Ha furiosamente inseguito il Chelsea, arrivando a superarlo. Ora se lo trova alle costole e con questa sfida da Ok Corral di sabato che potrebbe stravolgere le idee e cambiare la faccia della luna. Il Manchester ha vinto otto partite su nove (niente da spartire con l’Inter, questo sì), si affida al solito fattore “R”, leggi Rooney e i suoi gol: 26. Ma il Chelsea ha Drogba (24 gol, gli sta alle calcagna) e in panchina un tecnico che si gioca tutto, o quasi. Non basterà un buon bicchiere di vino per tener a bada il Chelsea, così come il Manchester dovrà aver più birra in corpo di quanta ne bevano i tedesconi di Van Gaal che, al fattore “R” inglese, opporranno il loro “R2”, una volta marchio distintivo di Ronaldo (quello vero e brasiliano). Invece oggi si legge: Robben+Ribery, l’indiavolato duo di Monaco. Finora il Manchester ha battuto il Bayern una sola volta, su sette precedenti. E quella valse la Champions, guarda caso al Nou Camp, la casa del Barcellona.
Troppo bello per essere vero: qui è tutto un via vai di revival e incroci pericolosi.

Tutti si giocano la stagione, non è compreso nel prezzo del tifo pensare che Barcellona e Manchester non vincano lo scudetto e non arrivino alla finale. Eppure state certi che, se così non fosse, non ascoltereste gli strepiti made in Italy (ogni riferimento a complotti e affini non è puramente casuale).

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