Mancini: «Con Adriano ho sbagliato io dovevo fermarlo prima»

L’attaccante partirà martedì per Rio con la madre, il fratellino e il preparatore atletico. Rientrerà fra 15 giorni

Claudio De Carli

nostro inviato

a Appiano Gentile

«La situazione di Adriano è colpa nostra - ammette subito Roberto Mancini -. Vista la situazione avevamo in mente questa cosa da qualche giorno perché, forse, abbiamo sbagliato noi dello staff tecnico a valutare il suo ritorno dal Brasile dopo il Mondiale». Questa cosa è la liberazione di Adriano che torna in Brasile, la società precisa che il viaggio transoceanico inizierà martedì sera con la mamma e il fratellino, meta Rio de Janeiro dove l’Imperatore è nato e ha casa. Sempre la società non ha affatto confermato il supporto di uno psicologo. Adriano sarà invece accompagnato dal preparatore atletico Claudio Gaudino. Mancini poco prima di iniziare la conferenza stampa del sabato, aveva precisato che una decisione in questo senso sarebbe stata presa nel primo pomeriggio, Adriano resterà a Rio il periodo di tempo necessario per riposare: «Una volta si usava mandare i calciatori in montagna per cinque o sei giorni per recuperare e tranquillizzarsi, e questo capitava spesso - ha ricordato Mancini -. Ora c’è questa soluzione, Adriano si sente più tranquillo a casa e, per noi, va bene così». Dando l’idea di rispettare la decisione del viaggio in Brasile presa in comunione con staff e calciatore, ma forse di non condividerla appieno. Mancini comunque sta con Adriano fino in fondo, lo solleva da qualsiasi colpa e si addossa l’errore di valutazione: «Quando è tornato alla Pinetina, Adriano aveva una gran voglia di ricominciare, ma un ragazzo non può pensare a certe conseguenze, la colpa è nostra che volevamo riaverlo in fretta, per questo motivo dico che abbiamo valutato male noi. Probabilmente avremmo dovuto lasciargli una settimana o dieci giorni in più di vacanze dopo il mondiale, anche perché per lui è stato molto faticoso e stressante sotto il profilo psicologico».
Fra Mancini e Adriano c’è stato un lungo e sincero colloquio al termine del quale il tecnico si è convinto che il brasiliano abbia inizialmente un estremo bisogno di tranquillità, qualche giorno di riposo e poi un buon lavoro al suo ritorno: «Abbiamo valutato ogni alternativa, lui ha innanzitutto bisogno di riposo», ha precisato Mancini che scarta qualsiasi altra ipotesi sull’origine del malessere del suo calciatore: «Non c’entrano assolutamente nulla le foto che sono state pubblicate in questi giorni. Sono faccende sue, private, probabilmente scattate mentre si trovava in vacanza e a casa sua, quindi libero di fare quello che gli pare».
Al ritorno da Rio, dove risiedono sua figlia e la sua compagna, Adriano sosterrà un programma personalizzato di recupero psicofisico con modalità e tempi da valutare. Uno stop che Mancini ammette dettato anche dalla presenza di quattro punte in organico: «Se ne avessi avute solo due a disposizione, difficilmente avremmo preso la decisione di mandar via Adriano, ma in questo momento si è presentata la situazione ideale». Condivisa da Carlo Ancelotti e criticata da Fulvio Collovati che avrebbe voluto vedere più impegno da parte del brasiliano: «È lento, ha difficoltà a saltare l’avversario, deve allenarsi di più - ha dichiarato l’ex nerazzurro campione del Mondo -. Ha una struttura fisica che lo costringe ad allenarsi tutti i giorni». Opinione condivisa dal sito di uno dei tanti fans club dell’Imperatore: dopo 4.500 voti, il 42 per cento dei visitatori si è detto a favore di un suo impiego senza soluzione di continuità.
Resta il mistero sulla data del ritorno: quindici giorni?
Mancini, quasi spazientito, ha replicato: «Ho spiegato come sono andati i fatti, e le motivazioni.

Quando Adriano tornerà vedremo il lavoro che dovrà fare, sperando che sia una cosa breve, perché tutti noi abbiamo bisogno di Adriano».
Unica certezza: ieri alle 17,42 l’Inter è partita per Udine senza il suo brasiliano.

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