Mancini ironizza: «C’è qualcosa di nuovo?»

Marcello Di Dio

«Le intercettazioni? Non ho letto i giornali, ho letto un libro. Ma detto così mi sembra che non ci sia niente di nuovo rispetto agli ultimi dieci anni...». Risponde in maniera ironica Roberto Mancini, tecnico dell’Inter, a chi gli chiede un commento sulla nuova bufera che si sta abbattendo sul calcio italiano. «Parlando per me stesso, dico che da allenatore posso aver sbagliato qualche formazione e da giocatore qualche gol. Ma per quanto mi riguarda e nelle squadre nelle quali sono stato...».
Recentemente Mancini aveva dichiarato che vincere con l’Inter sarà più bello. «Dicevo così perché i nerazzurri non vincono da un po’ di tempo e vincere qui avrebbe un sapore diverso. Certo che, a sentire tutte queste cose delle quali si parla, forse qualche scudetto l’Inter avrebbe potuto vincerlo negli anni passati...». Con che spirito verrà vissuta la giornata di campionato? ««Se il tifoso non ha letto i giornali come me, andrà allo stadio. Se li ha letti bisogna vedere. Certo, un tifoso dell’Inter può andarci tranquillamente, magari soffrirà come sempre ma non c’entra nulla». Nelle intercettazioni c’è una conversazione in cui si consiglia a Cannavaro, allora giocatore dell’Inter, di parlare con il presidente Facchetti per chiedere di essere ceduto alla Juventus perché con Mancini non avrebbe avuto spazio. «Mi sorprende sentire questo, non ho mai potuto allenarlo visto che nei primi mesi nei quali sono stato all’Inter era infortunato e aveva problemi alla tibia. Ha cominciato ad allenarsi con il gruppo gli ultimi due giorni prima di andare alla Juventus. Nessuna preclusione nei suoi confronti».
Anche Francesco Totti sceglie l’ironia per commentare le tristi vicende di questi giorni. «Intercettazioni? Il mio telefonino è spento, di questi problemi io non ne ho...», dice il capitano giallorosso, che oggi tornerà in campo dopo 77 giorni dall’infortunio. «Sono fiero di quel che dissi un anno fa», sottolinea Totti che dopo Roma-Juve del 5 marzo 2005 parlò della difficoltà di giocare 14 contro 11, dando seguito alle polemiche sull’arbitraggio di Racalbuto e sul rigore della vittoria bianconera (2-1). Per quelle frasi Totti fu deferito dalla giustizia sportiva. «Se lo ripeterei? Non vorrete mica farmi denunciare di nuovo...».
«Sono cose che devono essere chiarite molto in fretta in modo tale che non ci sia più spazio per le illazioni e si torni alla normalità - è il parere di Tronchetti Provera, presidente di Telecom e azionista dell’Inter - ma anche che la passione per il calcio continui ad attrarre i tifosi. Questa vicenda deve diventare una opportunità da cogliere per dare loro più fiducia». E sul caso specifico «non voglio dare giudizi - aggiunge -, non so ancora cosa è successo, mi interessa solo vedere che la pagina viene girata». Ma esiste ancora lo stile nello sport? «Tutti conoscono Moratti e il suo stile - risponde - credo che la competizione debba essere sempre svolta nel rispetto delle regole. Poi c’è chi le regole non le rispetta, ma non sta a me giudicare questo caso».

Una considerazione infine sullo strumento delle intercettazioni telefoniche: «Detesto - conclude Tronchetti Provera - tutti i meccanismi che portano a guardare la realtà dal buco della serratura. Ma posso capire che la legge deve usare certi strumenti perché la giustizia faccia il suo corso».

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