Mancini «L’ufficio di Mourinho? Io di solito alleno in campo...»

MilanoDopo Mourinho, ecco Mancini. Quel furbone di Chiambretti l'ha calcolata davvero bene. Così dopo aver fatto sfogare settimana scorsa il tecnico portoghese, ha chiamato subito l'allenatore di Jesi per la replica. L'ex allenatore dell'Inter si presenta nello studio di «Chiambretti Night» per la puntata in onda domani in seconda serata su Italia Uno in forma smagliante. Solito ciuffo, solita abbronzatura messa in risalto dall'immancabile camicia bianca indossata al bacio sotto il completo scuro. È il nuovo stile Mancini. Così il derby dell'eleganza con il Mou griffato Armani finisce alla pari per la gioia delle signorine in platea. Posato («Per me l'eleganza è comportamento e portamento»), ma meno abbottonato di altre volte, il Mancio. Soprattutto quando il presentatore lo incalza con domande sul suo successore sulla panchina dell'Inter. Le frecciatine non si sprecano. «Mourinho dopo aver perso a Manchester ha subito fatto un summit per vincere in futuro? Chissà se era una riunione da 100 milioni». Primo affondo. «Lui dice che quando è arrivato ad Appiano Gentile non ha trovato il suo ufficio? Io e il mio staff stavamo sul campo. In ufficio è difficile insegnare ai bravi giocatori». Seconda stoccata. Il colpo del ko arriva quando si parla di Santon, il giovane pupillo di Mou. «Lo avevo visto negli Allievi lo scorso anno. Il merito della sua crescita è del settore giovanile. Poi, se uno è bravo, in prima squadra ci arriva per forza». Mancini è gelido anche su Moratti. «Un grande tifoso dell'Inter, ma quando perde non parla con nessuno. Un suo difetto? Cambia troppo spesso allenatore...». Poi il Mancio si distende. Sembra perfino più sincero nella versione «disoccupato di lusso». I tre scudetti vinti all'Inter? «In realtà sono due e mezzo». Ammissione inattesa. Ma allora perché non cancellarlo quello scudetto «di cartone» assegnato nell'estate di Calciopoli? «Non esageriamo. Da cancellare sarebbero semmai le cose fatte dagli altri». Il tasto dolente è la caduta di Adriano: «Mi spiace tanto per lui. Ha problemi seri, va curato. Con me non aveva feeling? Normale, non lo facevo giocare». Intanto dal Brasile l'ex fidanzata del centravanti carioca ha escluso che si droghi.

«La sua unica droga è la birra», dice la bella Joana. Che però poi ci va giù pesante. «Seguirlo in Italia lasciando i miei figli in Brasile è stato il più grosso errore della mia vita». Gli ex hanno sempre il dente avvelenato. Proprio come Mancini.

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