Ma Mancini non vede fantasmi all’Olimpico

nostro inviato a Appiano Gentile

«Il presidente? Fin qui abbiamo fatto un buon campionato, siamo in testa e lo finiremo in testa. Non c’era bisogno che Moratti facesse certe dichiarazioni, mi fanno piacere, ma tra noi c’eravamo già intesi. Io so che futuro mi aspetta». Roberto Mancini attorno alle 13,30 di ieri, qualche dubbio resterà sempre ma queste sono le sue dichiarazioni.
L’Inter si è ritrovata dopo la sbornia delle amichevoli, gruppo completo o quasi, Cesar, Figo, Ibrahimovic e Vieira si sono allenati con gli altri, solo corsa per Cambiasso, potenziamento per Dacourt e Samuel in progresso: «Non è cambiato niente - ha ricordato Mancini -, Cambiasso, Vieira e Cesar non sono recuperabili, Ibrahimovic invece dopo il colloquio con il medico della nazionale svedese è più sollevato, il suo problema al tendine del ginocchio è risolvibile e lui farà un gran finale di campionato. Queste partite con le nazionali hanno avuto un aspetto positivo, qualcuno ha pensato ad altro. Ma chi non sta bene fisicamente non lo rischio, finisce che poi lo perdo per il resto della stagione». Stankovic davanti alla difesa, Ibra dall’inizio e Maniche che lo ha convinto: «Lui ha fatto vedere delle buone cose contro la Juventus, è più fresco degli altri e in queste ultime partite sarà un giocatore molto importante. Anche Stankovic mi è piaciuto, lui sta dimostrando un grande attaccamento alla maglia, la tallonite lo sta perseguitando da agosto, è rimasto fermo due mesi, ha avuto diversi infortuni e non sempre chiari, ma non si tira mai indietro anche se non è al cento per cento. E in certe partite senza di lui non saremmo neppure arrivati a undici».
Mancini è convinto che la squadra sia in ripresa, fisica e mentale, forse solo ora sta realizzando di essere uscito dallo tsunami della Champions con quattro punti di vantaggio in campionato: «Dobbiamo vincerle tutte, quanto ci è successo è qualcosa di straordinario». Poi una richiesta più che una considerazione: «Abbiamo ricevuto degli aiuti e dei torti, ora nessuno può più lamentarsi». La Lazio comunque arriva nel momento sbagliato: «Gara difficile e aperta ma noi dobbiamo vincerla perché dobbiamo vincerle tutte». Ieri i quotidiani portoghesi riportavano la notizia dell’incontro fra Mourinho e Moratti, confermata anche da una fonte vicina al tecnico.

L’Inter cerca tregua se la pace non è possibile. È come se fosse entrata in una buca, comunque vada ha già il futuro segnato, magari fra una decina d’anni o una decina di giorni, Moratti licenzierà Mancini e qualcuno dirà: lo avevo detto che era tutto vero.

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