Sei mesi per convincere Moratti e i tifosi. Soprattutto sei mesi per riuscire a vincere. Roberto Mancini si apre in una lunga intervista allinterno delle pagine sportive e svela timori e aspettative alla vigilia del derby di domenica, per ora una bella incompiuta non avendo mai vinto nei precedenti quattro incontri. Il curriculum dice: un pari e tre sconfitte. Peso o macchia? «Sarebbe un peso se il Milan ci fosse stato superiore in tutto - dice - ma non lo è stato. Questa è una macchia, che si può cancellare solo vincendo». E sul campionato: «Conta vincerlo, non si può aspettare cinque-sei anni, qui non cè la possibilità. Bisogna arrivarci subito: in questi mesi».
Quindi il capitolo umano, quello che meno taspetti. Lallenatore definito lalternativa italiana di Mourinho in quanto ad atteggiamenti, modo di vestire, immagine, umoralità e grinta, ricorda quando, ragazzo, si sentiva padrone del mondo. E si guarda allo specchio oggi. «Per questo oggi mi arrabbio con i giocatori: uno, a 40 anni, dice certe cose perché quello che fanno loro, io lho già fatto. Ed anche di più». Da qui i giudizi: intransigente con Recoba, benevolo su Adriano, ammirato da Cambiasso. Dice che il derby tutto brasiliano fra Milan e Inter sarà bello.
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