Mancini: «Stankovic ha sbagliato Con Juve e Milan un altro metro»

Della Valle, per i diritti tv, non vuole più fare affari con Moratti. Passaporti: Julio Cesar interrogato

da Milano

Il clan dei nervi tesi ha combinato un altro guaio. Mancini stavolta se l’è presa con Stankovic. «Una stupidaggine che non doveva fare, sono molto arrabbiato perché ci ha messo in difficoltà in un momento particolare». Eppure, prima di lui, hanno combinato guai (puniti e no) Veron e Materazzi, Cordoba e Samuel, tanto per citare. Se non un viziaccio, almeno un vizietto. Ma dopo la dovuta strigliata, al tecnico è venuta l’orticaria per quelle storie che fanno tanto calcio di casa nostra e, guarda caso, coinvolgono Juve e Milan. «L’arrabbiatura diventa doppia quando penso ad episodi simili a quello di Stankovic. Dico Palermo-Juve dove non è stato fatto notare nulla e chi doveva decidere non ha preso alcuna decisione. È molto fastidioso. Certe cose capitano da anni e sono troppo fastidiose e ingiuste. Non vanno bene. E così pure in Milan-Juve: ci sono stati quattro casi. Ho voluto rivedere la partita ed anche Palermo-Juve dove fra Terlizzi e Trezeguet è capitato un episodio simile a quello di Stankovic. In questi casi la prova tv non è stata usata». Chi vuol tirare le somme, è libero di farlo. Ma è chiaro che la lingua batte... E che Mancini non accusa l’arbitro, anzi lo salva («È stato bravo: ha lasciato correre il gioco da entrambe le parti. In Italia non capita spesso»). Semmai accusa il sistema o i sistemi.
Non resta altro all’Inter (la società la pensa come il tecnico), se non una seduta di autofustigazione per le stupidaggini compiute dai giocatori. Risultati compresi. Oggi la gente nerazzurra si ritrova alla partenza del girone di ritorno con un distacco pesante per colpe principalmente proprie. Al di là delle chiacchiere. «Abbiamo fatto un’andata con una media punti scudetto. Però la Juve è andata oltre, sta tenendo una marcia incredibile. Non sono pochi 42 punti. Cercheremo di farne ancora di più nel ritorno: all’andata abbiamo sprecato troppo».
Pronti via e c’è il Treviso navicella piena di falle che ha cercato riparo nel mercato di gennaio. Eppur Mancini lo teme. «La partita più difficile che potesse capitare. Il Treviso sta benissimo fisicamente. Dovremo affrontarlo come fosse una finale Champions». Avendo ben presenti le facili divagazioni nerazzurre, l’esagerazione è dovuta prima ancora che voluta. E da oggi in poi l’Inter dovrà affidarsi ai santi protettori delle punte. Martins è ripartito, Recoba non c’è quando serve (comincia a somigliare a Vieri), l’assenza di Stankovic toglie un’alternativa all’attacco.
In difesa non ci sarà Favalli. Invece Julio Cesar è stato chiamato a deporre, in questura a Vicenza, per una storia di passaporti falsi in cambio di mazzette, utili a trasformare ragazzi del Sudamerica in oriundi italiani destinati al calcio a cinque.

Il portiere è stato citato per il pagamento di 3000 euro a favore di un brasiliano di 17 anni. Vicenda inquietante in attesa di sapere se Toldo resterà o partirà per Firenze. Ma, dopo le ultime esternazioni di Moratti, Della Valle gradirebbe evitare affari.

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