Gian Maria De Francesco
da Roma
Lassalto alla diligenza è già cominciato. Loccupazione dei posti di sottogoverno da parte del centrosinistra è solo agli inizi, ma promette bene in termini di moltiplicazione degli incarichi e di ulteriore dispendio di denaro pubblico. Dopo Rai e Cnr il prossimo obiettivo è rappresentato da Cinecittà Holding.
Ostacoli aggirati. Lostacolo principale, anche in questo caso, è la scadenza del consiglio di amministrazione rinnovato a dicembre e in carica fino a fine 2008. La soluzione è stata trovata in tempi brevi. Martedì scorso, il direttore generale per il Cinema del ministero per i Beni culturali, Gaetano Blandini, ha inviato una lettera al presidente di Cinecittà Holding, Carlo Fuscagni, invitandolo a integrare lordine del giorno dellassemblea fissata per il 28 giugno con la «revoca della maggioranza dei consiglieri di amministrazione» e la «nomina del nuovo consiglio e del presidente» previa determinazione del numero dei componenti.
Cdl allattacco. Il centrodestra ha reagito. Maurizio Gasparri (An) insieme ai quattro capigruppo della Cdl alla Camera (Vito, La Russa, Volonté e Maroni) ha presentato uninterpellanza al ministro dellEconomia Padoa-Schioppa (azionista unico di Cinecittà Holding) e al ministro dei Beni culturali Rutelli, titolare della gestione. La prima sottolineatura riguarda linapplicabilità della legge Frattini che regola lo spoil system nelle amministrazioni pubbliche. Larticolo 6 della legge, infatti, consente la sostituzione dei dirigenti nei sei mesi precedenti la scadenza naturale della legislatura o nel mese antecedente lo scioglimento anticipato delle Camere. Dunque, è inapplicabile al cda di CineciTtà Holding, nominato a dicembre, e non a gennaio, mese precedente il decreto di scioglimento di Camera e Senato. Né tantomeno, spiegano i cinque deputati, si può applicare la revoca per giusta causa (casi di comportamenti contrari a legge o allatto costitutivo di una società).
Costi raddoppiati. Il licenziamento della maggioranza dei consiglieri di Cinecittà Holding, quindi, potrebbe essere facilmente impugnato. E il risarcimento potrebbe essere quantificato nellammontare degli emolumenti spettanti a ognuno dei membri per i tre anni di durata della carica. Dunque un raddoppiamento dei costi. «Lattuale ministro Rutelli - si legge nellinterpellanza - è stato già condannato per danno erariale dalla Corte dei Conti per i consulenti del Comune di Roma ai tempi in cui era sindaco». E Maurizio Gasparri rincara la dose. «Si tratta - dice al Giornale - di un atto politicamente scorretto, giuridicamente illegale ed economicamente costoso che potrebbe essere replicato per Inail e Inps».
Legittimità. «Si tratta di un atto legittimo ai sensi del codice civile - ha replicato il direttore generale per il Cinema Gaetano Blandini - perché un azionista può richiedere in qualsiasi momento lintegrazione dellordine del giorno di unassemblea senza obbligo di informazione preventiva. Il capo di gabinetto del ministro mi ha dato questa direttiva e io ho eseguito la precisa volontà. Il ministro ha tutti gli atti per valutare». Secondo quanto trapelato, si cercherà di ottenere un parere legale per configurare lo scioglimento anticipato dellE Camere come un termine naturale di legislatura legato alla necessità di evitare lingorgo istituzionale. Per la presidenza di Cinecittà Holding uno dei possibili candidati è Alessandro Battisti, avvocato ed ex senatore di area rutelliana.
Polemiche. «Ho ridotto i costi di Cinecittà Holding di due milioni di euro - replica lamministratore delegato Massimo Condemi - nonostante lultima Finanziaria ci abbia ridotto il budget di nove milioni a 17 milioni. E questo grazie al taglio di tre posizioni manageriali. La giusta causa non esiste e Rutelli lo sa». Dalla Margherita è giunta una risposta.
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