Le mani della malavita organizzata sul mercato ortofrutticolo di Fondi

Otto arresti in seguito a un’inchiesta sui tentativi di una banda «infiltrata» di impossessarsi del traffico di merci

Patricia Tagliaferri

Non chiedevano soldi, ma pretendevano di gestire il traffico delle merci in entrata e in uscita dal mercato di Fondi. Un giro di affari non da poco, visto che quello in provincia di Latina è il più grande complesso del Sud Europa per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli in Italia e verso l’estero. Ogni spedizione doveva fare capo a loro e per ottenere quel che volevano minacciavano e intimidivano le aziende. A smantellare l’organizzazione criminale è stata la Mobile di Latina, coordinata dal servizio centrale operativo. Otto le persone arrestate al termine di un’indagine cominciata nel 2004 in seguito ad una serie di incendi e nel corso della quale sono state effettuate 50mila intercettazioni e viaggi in mezza Italia di investigatori a caccia di prove. Tutti noti alle forze dell’ordine gli otto arrestati. Sono finiti in carcere Giuseppe D’Alterio, 50 anni, autotrasportatore, e il figlio Luigi, 27 anni, Gianfranco Simeone, 27 anni, Giuseppe Ciano, 29 anni e Fabio Bartolomei, 35 anni, già detenuti per droga, Vincenzo Magliulo, 49 anni, già in carcere per violenza. Ai domiciliari, invece, Antonio Del Vecchio, di 43 anni, e Armando D’Alterio, 23 anni, nipote di Luigi. Sono accusati di estorsione, bancarotta fraudolenta, danneggiamento, incendio doloso e ricettazione. Il gip Claudia Dentato non ha riconosciuto il vincolo associativo richiesto dalla Procura, ma gli investigatori hanno pochi dubbi sui collegamenti del gruppo con elementi riconducibili alla malavita organizzata.
L’organizzazione tentava con ogni mezzo di garantire alle società riconducibili al gruppo il monopolio del trasporto di frutta e verdura. I titolari della «Lazio Frigo» erano stati in grado di imporre la loro azienda di trasporti a forza di intimidazioni. Durante l’operazione gli investigatori hanno sequestrato anche diciotto Tir e diversi documenti contabili, dai quali gli investigatori stanno ora cercando di capire come fosse reinvestito il denaro accumulato. Il progetto era in fase avanzata, tanto che gli arrestati avevano già il controllo di interi settori commerciali destinati alla distribuzione di prodotti ortofrutticoli verso i mercati del Nord Italia. Nel corso dell’indagine è stata accertata anche la bancarotta fraudolenta di una società vicina agli indagati e la ricettazione di 80 quintali di carne. Il lavoro degli inquirenti non è finito. «È possibile - spiega il capo della Mobile di Latina, Fabio Cicimarra - che al Mof di Fondi, considerata la sua grande importanza commerciale, siano rivolte attenzioni particolari anche da altri gruppi criminali e che quindi si possano temere nuove intimidazioni alle aziende che operano nel mercato ortofrutticolo».


L’inchiesta, come ha osservato il presidente dell’Osservatorio tecnico-scientifico sulla sicurezza della regione Lazio Enzo Ciconte, «conferma le analisi sulle infiltrazioni mafiose all’interno del mercato ortofrutticolo di Fondi contenute in modo più ampio all’interno della relazione che l’Osservatorio presenterà nelle prossime settimane». Alessio D’Amato, capogruppo di Ambiente e Lavoro, invita a non abbassare la guardia: «È chiaro che la ’ndrangheta e la camorra vogliono mettere le mani sul più importante mercato ortofrutticolo del Mezzogiorno».

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