Colpo di scena in Parlamento: la Camera, riunita mercoledì scorso per approvare in terza lettura il disegno di legge presentato dal ministro per lUniversità e la ricerca Fabio Mussi per ottenere la delega in materia di riordino degli enti di ricerca, ha approvato, ma con significativi cambiamenti e non senza significative battute darresto, una nuova versione di questo provvedimento, da tempo allo studio dei due rami del Parlamento. Il provvedimento passa ora in quarta lettura al Senato per ulteriori valutazioni. Si tratta di una vittoria del centrodestra, rappresentato, tra gli altri, dallex sottosegretario allIstruzione Valentina Aprea, che ha denunciato in aula gli aspetti lesivi dellautonomia del Cnr, tutelata dallarticolo 33 della Costituzione, della normativa proposta dal ministro Mussi. È amaro constatare che sia stata necessaria una terza discussione in aula per mettere definitivamente in luce, come Il Giornale aveva da tempo rilevato, linopportunità e linconsistenza di questo provvedimento.
Ma il ministro, noncurante di questa ennesima battuta darresto del Parlamento, ai suoi tentativi di impadronirsi del sistema scientifico, culturale e tecnologico del Paese (secondo una ben nota tradizione marxista) ha in serbo una nuova iniziativa. È infatti in discussione al Consiglio dei ministri lo spostamento di Fabio Pistella dalla presidenza del Cnr a quella del Centro nazionale per linformatica nella pubblica amministrazione (Cnipa). Si tratta di un implicito, anche se tardivo, riconoscimento della professionalità e dei buoni risultati di Pistella alla guida del Cnr. Ma allora perché spostarlo? È chiaro: in questo modo si realizzerebbe pienamente, nelle intenzioni di Mussi e di alcuni settori dellestrema sinistra, il disegno di insediare una persona di stretta fiducia, più malleabile e prona agli interessi di parte, alla guida del massimo ente di ricerca del Paese, che si troverà così a vivere un periodo di grave incertezza.
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