Un manifesto in dieci punti An vuole ripartire da Roma

Il progetto di rilancio presentato ieri da Urso Tra gli obiettivi anche quello di «costruire definitivamente la casa comune del centrodestra»

Marcello Viaggio

Ripartire da Roma. In dieci punti il manifesto della Fondazione dell’Osservatorio parlamentare illustrato ieri mattina nella sede di Palazzo Serlupi Crescenzi da Adolfo Urso, parlamentare e membro dell’Esecutivo nazionale di An. «Una sfida nuova per selezionare classe dirigente, per non rinchiuderci nello spazio angusto di un partito che ha dato e può significare ancora tanto, ma che oggi si mostra incapace di allargare i suoi consensi», spiega Urso. Fra i dieci punti del manifesto al primo posto troviamo la necessità di «recuperare al partito lo spirito originario, sintesi delle grandi tradizioni liberale, nazionale e cattolica del Paese». Seguono il dovere di «porre al centro di ogni riflessione la Persona umana» e di «affrontare la questione morale senza imbarazzi ma con fermezza, sanzionando chi ha sbagliato ma senza confondere gli errori individuali con la bontà di un progetto politico». Nel documento anche «il rifiuto di ogni proibizionismo o corporativismo e un sì convinto alla ricerca scientifica e al nucleare». Con la necessità di «investire sui giovani» e «lavorare per costruire definitivamente la Casa comune del centrodestra».
«Vogliamo impegnarci sui grandi temi della modernità, per un’Italia veramente liberale - sottolinea Urso -. Giocare non in difesa ma all’attacco, nella convinzione che in Italia esista una maggioranza moderata che non si rassegna a essere governata da un blocco sociale minoritario conservatore e giustizialista, con un progetto inquietante e sistematico di restaurazione e di controllo di ogni spazio di libertà». A illustrare il manifesto politico della Fondazione, assieme al parlamentare di An, anche Federico Eichberg, presidente dell’Osservatorio parlamentare e Luigi Celori, consigliere regionale di An. Per il capogruppo alla Provincia del partito di Fini, Piergiorgio Benvenuti, è fondamentale per il rilancio a Roma del partito il ruolo dei circoli. Nel ‘93, alla discesa in campo di Gianfranco Fini candidato sindaco, a Roma di circoli ce n’erano circa 700. «Occorre rilanciare il loro ruolo e rivolgersi di più ai cittadini - rileva Benvenuti -. Valorizzando sul territorio i circoli che veramente esistono, però, non quelli elettorali. Il mio a viale Marconi è uno di quelli veri. Quanto costa mantenerlo? Almeno mille euro al mese, ma è uno sforzo necessario».
«Dobbiamo uscire a livello romano da un’ottica chiusa e corporativa e aprirci alla società civile», sottolinea invece il consigliere comunale Sergio Marchi: «Manteniamo pure in piedi quanto di buono è stato fatto finora, perché comunque il venti per cento dei consensi elettorali a Roma non è un risultato disprezzabile. Ma la logica del bipolarismo è di intercettare le nuove esigenze dei cittadini, recuperare il ceto medio che in questi anni abbiamo purtroppo abbandonato e puntare molto di più sui giovani». A questo proposito, però, l’Istituto Piepoli rileva che l’elettorato giovanile si sta allontanando da An. Perché? «I giovani guardano per loro natura al futuro, si avvicinano se c’è un progetto moderno che li affascina. Negli ultimi tempi ciò non è avvenuto. Abbiamo fatto indubbiamente delle belle battaglie per le categorie sociali, ma è mancata da parte nostra una vera alternativa culturale. Bisogna insistere su questo, altrimenti non si supererà mai lo zoccolo duro del venti per cento dei voti».

Al manifesto della Fondazione dell’Osservatorio parlamentare hanno dato la loro adesione, fra gli altri: Roberto Polidori, vicepresidente Confcommercio Roma; Giancarlo Cremonesi, della giunta Acer; l’editore Luciano Lucarini; il presidente romano del Sulpm, sindacato vigili urbani, Alessandro Marchetti; i giornalisti Aldo Di Lello e Fabio Torriero; lo storico d’arte Egidio Eleuteri.

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