Una manovra da 34,8 miliardi in 3 anni: "Così la spesa pubblica sarà dimezzata"

Tremonti: "A tutti chiediamo un passo indietro per fare un passo avanti". Berlusconi: "Un mese di duro lavoro, ma sono orgoglioso dei risultati". Tutti i segreti della finanziaria. Il retroscena: a Roma 500 milioni, alla Lega il federalismo

Una manovra da 34,8 miliardi in 3 anni: 
"Così la spesa pubblica sarà dimezzata"

Roma - Una carta prepagata per i pensionati «al minimo». Verrà consegnata alle Poste insieme alla pensione. Sarà completamente anonima. E potrà essere utilizzata «per l’acquisto di prodotti di base». Vale a dire, per i prodotti alimentari e per ottenere sconti sulle bollette elettriche.

Verrà spesa così - spiegano Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti al termine del Consiglio dei ministri - la Robin Hood Tax. Una tassa su banche, assicurazioni e petrolieri il cui gettito sarà destinato - spiega il ministro dell’Economia - a chi soffre davvero. In modo particolare, alle compagnie petrolifere verrà applicata un’addizionale sull’Ires che riporta l’aliquota dal 27 al 33% (abbattuta dal governo Prodi) e una rivalutazione delle scorte di magazzino. Queste risorse verranno destinate ad un Fondo che servirà, attraverso la carta prepagata, ad aiutare «le persone anziane e deboli».

«Chiediamo a tutti di fare un passo indietro per fare tutti un passo avanti», commenta il ministro. In realtà, il «passo indietro» il ministro lo chiede soprattutto ai colleghi di governo. Oggi, quando si conosceranno i dettagli della manovra triennale da quasi 35 miliardi, si scoprirà che nel 2011 la spesa pubblica corrente dovrebbe scendere di quasi il 50%. Operazione che sarà sviluppata su una legge finanziaria (per la prima volta triennale) da «quasi 100 articoli». E che ha l’obbiettivo di arrivare, nel 2011, al pareggio di bilancio, come sottolinea il presidente del Consiglio. «Abbiamo chiesto sacrifici ai bilanci dei singoli ministri che potranno comunque spostare le risorse» da una posta di bilancio ad un’altra.

Nel Consiglio dei ministri sulla Finanziaria più breve della storia repubblicana (appena 40 minuti) il governo approva un decreto legge e un disegno di legge sulla manovra triennale «che rispetta gli impegni assunti dalla Repubblica italiana a livello europeo», commenta Tremonti; il Documento di programmazione economica e finanziaria; e una legge delega di riforma della pubblica amministrazione. Il pacchetto della manovra inizierà il suo cammino dalla Camera.

Per il ministro dell’Economia, però, la vera riforma viene dalla legge delega sul federalismo fiscale, «vera riforma della finanza pubblica».
«Siamo orgogliosi del lavoro svolto», commenta Berlusconi. «È il risultato di un mese di lavoro molto duro. E devo confessare - aggiunge il premier - che l’innesto nel governo di ministri giovani arricchisce la discussione. Prima pensavo che assumere l’incarico di presidente del Consiglio fosse un onere, oggi lo trovo un piacere».
Berlusconi e Tremonti, a parte il «colpo a sorpresa» della carta prepagata, sorvolano sui contenuti della manovra: «Domani (oggi per chi legge, ndr) tutti i ministri coinvolti saranno a vostra disposizione», dice il ministro in sala stampa. Citano però alcune misure. Per esempio, la concentrazione al Cipe, alla presidenza del Consiglio, di tutti i fondi europei. L’introduzione della riforma del processo civile. «Con gli strumenti telematici sarà possibile sostituire il messo, usanza in vigore dall’Ottocento». Nella Finanziaria troverà spazio anche la «fortissima riduzione - spiega il premier - degli adempimenti burocratici che pesano su cittadini e imprese».
Una lotta alla burocrazia che Berlusconi punta ad esportare anche a livello europeo. Nel prossimo Consiglio europeo «sarà importante l’apporto dell’Italia per poter dare all’Europa una direzione che guardi di più ai problemi dei cittadini, che sia meno lontana e meno burocratica di quella che oggi troviamo».

Con questa manovra - aggiunge Tremonti - «volevamo dare un segno di discontinuità: nove mesi su dodici impegnati sui conti pubblici, con testi che viaggiavano da un ministero ad un altro, con tensioni interne». Tutto questo non avverrà più. L’intero pacchetto di provvedimenti dovrebbe essere approvato prima dell’estate. «Abbiamo messo a frutto la nostra precedente esperienza di cinque anni», commenta Berlusconi.

Tra il 2001 e il 2006 più volte gli alleati gli chiesero atti di «discontinuità» (uno dei quali concluso con la sostituzione del ministro dell’Economia). Ora la discontinuità rispetto al passato, parte da Palazzo Chigi.

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