Perché è sparito il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro? Perché è sparita la «tassa sulle sanguisughe»? Nella manovra da 47 miliardi di euro varata l’altro giorno dalla maggioranza ci sono diverse misure sul fronte previdenziale, compreso anche l’innalzamento dell’età pensionabile, che colpisce tutti i cittadini. Manca invece una misura attesa: il balzello sui Paperoni della previdenza, che avrebbe colpito solo quelli che ogni mese incassano dall’Inps 40 o 50mila euro. E pensare che fino all’altra mattina, secondo quanto ci risulta, la misura era inserita in bozza. Poi è scomparsa all’ultimo minuto. Come mai? Chi l’ha tolta? E perché?
Come si dice: se ne vanno sempre i migliori.
E in effetti la «tassa sulle sanguisughe» non ci pareva un pessimo provvedimento. Anzi, al contrario: nel momento in cui si chiedono nuovi sacrifici ai cittadini in campo previdenziale, è doveroso cercare di dare un forte segno di cambiamento, andando a incidere, per la prima volta, in quelle sacche di privilegi che nessuna riforma Amato o Dini è mai riuscita a intaccare. La denuncia e la mobilitazione di queste ultime settimane avevano infatti portato alla luce dati impressionanti: da ex onorevoli che incassano 3108 euro al mese per essere stati in Parlamento appena un giorno (proprio un giorno solo!) a ex manager che sfruttando varie agevolazioni e fondi privilegiati arrivano a prendere 90mila euro al mese (come il recordman italiano, l’ex Telecom Mauro Sentinelli). E di fronte a questo scandalo la domanda, da più parti, era sorta spontanea come nelle vecchie trasmissioni di Lubrano: perché, se dobbiamo continuare a tagliare le pensioni, non cominciamo da quelle d’oro?
Così si erano messi in cantiere i provvedimenti necessari. Tre le misure studiate: l’abolizione dei vitalizi per parlamentari e consiglieri regionali, il contributo di solidarietà per gli assegni più ricchi e il blocco della rivalutazione automatica.
Delle tre misure nella bozza è rimasta solo l’ultima, la più light, cioè il blocco della rivalutazione automatica: nel biennio 2012-2013, infatti, non sarà concesso l’adeguamento alle pensioni 5 volte superiori al minimo, mentre è ridotto al 45 per cento l’adeguamento delle pensioni da 3 a 5 volte superiori al minimo. Si badi bene: si parla di blocco e non di taglio. E soprattutto non si parla di pensioni d’oro, ma di pensioni intorno ai 2mila euro mese. Non è certo questo il modo per colpire i veri privilegi.
Che fine hanno fatto, invece, le altre due misure? Per quanto riguarda l’abolizione dei vitalizi per parlamentari e consiglieri regionali bisogna aspettare il nuovo documento di Tremonti sui costi della politica, augurandosi che nel frattempo la reazione della casta non blocchi tutto. (Sarebbe un grave errore: è mai possibile, tanto per dire, che ogni mese paghiamo la baby pensione all’ex governatore Marrazzo, 52 anni appena compiuti e stipendio Rai assicurato? È mai possibile che paghiamo la pensione a Toni Negri, per i suoi 64 giorni in Parlamento? E che da novembre saremo costretti a pagarla a Cicciolina? È mai possibile che nel luglio 2010, in piena crisi economica, i consiglieri regionali della Puglia si siano aumentati il vitalizio di 1231 euro lordi al mese, da 8.840 a 10.070 euro)?
Resta l’ultima misura attesa: il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro.
E qui si apre il piccolo mistero di cui vi abbiamo parlato: ci risulta infatti che fino all’altra mattina la «tassa sulle sanguisughe» fosse inserita in bozza. Era stato ipotizzato, infatti, un contributo pari al 5 per mille su tutte le pensioni 20 volte superiori alla minima, cioè quelle dai 9mila euro in su. Era una vera e propria «tassa sulle sanguisughe» che avrebbe colpito un numero ristretto (circa 8mila) di Paperoni previdenziali, generando un gettito piuttosto significativo (oltre i 100 milioni di euro). Tutti i calcoli già fatti, tutti i pareri legali richiesti. Poi all’improvviso quella norma è sparita.
Sia chiaro: il contributo sulle pensioni d’oro non sarebbe stato sufficiente a correggere gli errori accumulati in anni di scandali e privilegi, ma se non altro avrebbe dato un segnale di svolta. Un segnale sicuramente più incisivo del blocco della rivalutazione.
E avrebbe reso più accettabili tutti gli altri (necessari) interventi in campo previdenziale, innalzamento dell’età pensionabile compreso.
Invece, all’ultimo minuto, nottetempo, quella misura che avrebbe danneggiato 8mila sanguisughe e portato benefici a tutti gli altri italiani, è stata cancellata. Qualcuno sa spiegare perché? E qualcuno, per caso, può incaricarsi di reintrodurla, magari con un apposito emendamento?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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