Roma Finita la
settimana delle guerre di posizione interne al Pdl, finalmente si capirà
davvero quanti e quali margini ci sono per rimettere mano alla manovra.
Già, perché le uscite di questi ultimi giorni da parte di molti big
di via dell’Umiltà altro non sono state che la cartina di tornasole di
quel riposizionamento tutto interno al partito che è in corso ormai
da mesi. Così si invoca la riforma delle pensioni o si ipotizza
l’aumento di un punto dell’Iva in dichiarazioni pubbliche o interviste
ai giornali - con l’obiettivo di mandare segnali all’interno di un
partito che dopo la nomina di Angelino Alfano a segretario sta
riscrivendo le sue regole e i suoi equilibri. Già, perché non può avere
alcun senso un dibattito andato avanti una settimana quando solo oggi
la riunione dei vertici della Lega a via Bellerio inizierà - anche se
solo in parte - a sciogliere il nodo manovra. Che nel Pdl siano tutti
convinti della necessità di rivederla profondamente - tutti tranne
Giulio Tremonti - non è certo un mistero. Come non è un segreto che
Silvio Berlusconi stia vagliando diverse ipotesi di modifica che gli
sono state preparate anche da economisti e banchieri stranieri. Il
punto, insomma, è solo convincere Umberto Bossi e capire se il pressing
di Roberto Maroni - convinto della necessità di ridurre i tagli agli
enti locali - riuscirà a scardinare l’asse tra il Senatùr, Roberto
Calderoli e Tremonti.
Ecco perché dopo giorni di silenzio Alfano
ha deciso di uscire allo scoperto. Con una lunga intervista a La Stampa
nella quale il segretario del Pdl formalizza quella che è la linea del
partito (non da ieri, ma da prima che fosse varata la manovra che,
l’ha detto più volte Fabrizio Cicchitto, è stata il frutto di una
«mediazione » all’interno della maggioranza). Riforma delle pensioni
e riduzione dei tagli agli enti locali, dunque. Con Alfano che si
propone come mediatore e apre il tavolo della
trattativa. Perché ora - oggi con la riunione della Lega e domani con
il via ai lavori in commissione al Senato - si inizia a fare sul
serio ma anche per stoppare il can can
di questi giorni dove il Pdl ha parlato decine di voci diverse. Cosa
che al Cavaliere è piaciuta fino ad un certo punto se nelle sue telefonate con molti ministri continuava a raccomandarsi di finirla con «le dichiarazioni in libertà».
L’assalto alla triade Bossi-Calderoli- Tremonti è quindi iniziato.
Con l’obiettivo dichiarato di rimettere mano alla manovra. Tanto
che il relatore del testo Antonio Azzollini - presidente della
commissione Bilancio del Senato e uomo vicino a Renato Schifani -
dice in chiaro che si sta lavorando a delle modifiche, in primo luogo
sul contributo di solidarietà.
Ma la partita vera è quella sul fronte pensioni. Perché, spiega il vicepresidente dei deputati Pdl Osvaldo Napoli, «in un momento di crisi le riforme strutturali diventano essenziali ». E Napoli parla anche nella sua veste di presidente dell’Anci, ben sapendo che mettendo mano alla previdenza i tagli agli enti locali non sarebbero più di 6 miliardi e 600 milioni in tre anni, ma «di gran lunga inferiori». Il punto, però, resta la rigidità di Bossi. Per molti versi inspiegabile visto che la Lega è in subbuglio come non succedeva da anni proprio per la pesante sforbiciata a comuni, province e regioni. Insomma, come tutto il movimento sul piede di guerra- e si tratta di tutti gli amministratori locali che nel Carroccio contano come in nessun altro partito - sono in molti a non spiegarsi perché il Senatùr non voglia neanche prendere in considerazione l’ipotesi di intervenire sulle pensioni (peraltro reintroducendo lo scalone Maroni). A meno che non sia vero il sospetto che più d’un ministro ha sussurrato in questi giorni a Berlusconi. E cioè che Calderoli e Tremonti si stiano muovendo per andare ad elezioni anticipate e stiano «aizzando » Bossi proprio in questo senso. Con una Lega che inizierebbe così l’operazione di sganciamento dal Cavaliere per poi correre da sola.
Un’ipotesi che nel Pdl è piuttosto gettonata. E che anche Berlusconi inizia a non escludere. Ecco, forse, la ragione del cattivo umore di queste giornate passate ad Arcore.
Dovuto non tanto al dolore al polso che è tornato a riacutizzarsi né tantomeno alla ferrea dieta a base di brodo a cui si sta sottoponendo da due settimane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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