Bene,bravo,bis.È un atterraggio
morbido quello di Angelino Alfano sul «green» leghista, come lui
stesso lo definisce. Il segretario del Pdl, alla prima uscita
ufficiale in casa padana, incassa applausi. A partire dal dietro le
quinte con le sciure
della «Bèrghemfest » che commentano soddisfatte: «È dimagrito ed è
anche un bel fioeu». E sotto i riflettori del palco il segretario del
Pdl sa toccare le corde giuste dell’elettorato leghista. Difesa degli
enti locali, sbarramento sulle pensioni, dimezzamento dei
parlamentari e contributo di solidarietà trasformato in «crociata»
contro i furbetti. Un solo (mezzo) passo falso. Quando cita la
«vocazione antesignana al federalismo della Sicilia». Attimi di gelo e
qualche fischio, ma Angelino tira dritto:
«Gli enti intermedi non scompariranno, al massimo verranno ripensati».
E qui giù un altro applauso convinto. La captatio benevolentiae
arriva solo in conclusione: «Vedo questa gente partecipare con
passione alla discussione sui problemi e sul bene del Paese. E la
passione è sinonimo di buona politica». Ovazione.
Il mattatore
della serata è comunque Calderoli. Il ministro della Semplificazione
attira subito l’attenzione del «suo» pubblico sul segretario del Pdl:
«Angelino è una persona seria e si è preso la castagna bollente di
mediare tra le diverse anime del suo partito. Sulla manovra se fosse
per noi l’intesa l’avremmo già trovata.Lunedì poi toccherà a Bossi e
Berlusconi l’accordo finale». Tensioni stemperate e sorrisi distesi.
Alfano, pantaloni scuri e camicia azzurra (solo un paio di bottoni
slacciati sono la concessione al look padano
«di lotta») conferma e anticipa alcune misure. «Il contributo di
solidarietà cambierà. Non vogliamo che siano solidali sempre gli
stessi, la mazzata va data a chi ha sempre pagato poco o nulla, avendo
molto. Dobbiamo colpire i furbetti». Approvazione convinta del popolo
leghista. Poi il capitolo enti locali, da queste parti è molto sentito.
«Dobbiamo fare in modo che la manovra pesi il meno possibile su Comuni
e Province. Perché altrimenti verrebbero forniti meno servizi ai
cittadini». E davanti al moderatore Enrico Mentana,che lo incalza
sull’abolizione delle Province, l’ex ministro della Giustizia non si
sottrae: «Io sono d’accordo con Berlusconi. O scompaiono tutte o
nessuna. E comunque tra Regioni e Comuni c’è la necessità di enti
intermedi». Lunga vita alle Province,dunque,con un’attenzione
particolare ai tagli dei costi della
politica. «Nella prima settimana di settembre presenteremo la riforma
costituzionale per il dimezzamento dei parlamentari. Norma che era già
contenuta nella devolution, affossata però dalla sinistra». E l'accenno
fa scatenare la curva delle camicie verdi.
Dopo un duetto (molto
apprezzato) con il ministro dell’Interno Roberto Maroni sulla lotta
alla mafia, il discorso cade sulle strategie del centrodestra in vista
del 2013. Alfano fa un passo indietro: «Il nostro candidato è e
resta Berlusconi ». E alla folla che acclama Maroni premier si
incarica di replicare Calderoli, alla Bossi.
Dito medio levato: «Chi
propone un uomo della Lega per l’oggi vuole solo spaccare questa
maggioranza. Nel 2013 vedremo cosa vorrà fare il Cavaliere. Noi
proporremo un nostro uomo. Poi le decisioni verranno prese insieme, come
sempre».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.