Roma - Una manovra a tempo da record. Ieri il via libera del Senato, oggi quello della Camera e quindici minuti dopo la firma del presidente della Repubblica che ha trasformato il decreto economico in legge. Una corsa contro il tempo e la speculazione che il Parlamento è riuscito a vincere. Nel pomeriggio la Camera ha votato la fiducia con 314 sì, 280 no e 2 astenuti.
Un iter inedito Per mettere l’Italia al riparo dalla speculazione sui mercati finanziari, infatti, maggioranza e opposizione hanno concordato una procedura inedita che ha permesso alla manovra di incassare il disco verde definitivo con un esame lampo in Parlamento durato soltanto 5 giorni. Il decreto corregge il deficit per circa 48 miliardi di euro al 2014 e impone una serie di sacrifici. Ben il 60% delle maggiori entrate arriverà infatti da nuovi tributi e a pagare un conto salato saranno pensionati, sanità, ministeri, statali ed enti locali.
Napolitano: "Prova di coesione nazionale" "Il paese ha motivo di essere grato al Parlamento per l’impegno e la determinazione con cui ha proceduto in tempi brevissimi all’esame e alla votazione del decreto legge comprendente massicci interventi per la stabilizzazione finanziaria. Si è trattato di una prova straordinaria di consapevolezza e di coesione nazionale, che rafforza la fiducia nell’Italia delle istituzioni europee e dei mercati", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Questo risultato che sarebbe rimasto impensabile senza il deciso concorso delle forze di opposizione, ha avuto - ha evidenziato ancora il capo dello Stato - come punto di partenza il comune riconoscimento - dinanzi alla gravità crescente dei rischi incombenti per il costo del nostro debito pubblico - dell’obbiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014. Non si è verificata alcuna rinuncia alle proprie posizioni da parte di qualsiasi forza politica né alcuna confusione di ruoli e di responsabilità. Il governo e i gruppi di maggioranza si sono assunti la responsabilità di proporre e sostenere i contenuti del decreto; l’opposizione si è assunta quella di prospettare soluzioni diverse".
Berlusconi: "Ho lavorato sodo per vararla" "Ho lavorato con grandissima intensità per l’unica cosa essenziale in queste due settimane: varare la manovra". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi dopo il sì della Camera. "Ho letto che il governo non si muove - prosegue il premier -. Ma noi abbiamo in sole due settimane preparato la manovra, l’abbiamo adottata in Consiglio dei ministri, abbiamo ottenuto la firma di Napolitano, l’abbiamo presentata in Parlamento, l’abbiamo discussa con l’opposizione e votata con 34 voti di maggioranza. Abbiamo fatto la cosa più importante che c’era da fare".
Lega: tagliare i costi della politica La maggioranza invita il governo "in qualche modo ad attivarsi affinché i costi della politica, che sono contemplati nel provvedimento, possano tempestivamente e rapidamente affiancarsi alle altre misure qui previste": lo ha detto nell’aula della Camera il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio Giancarlo Giorgetti chiudendo il suo intervento sulla manovra.
Cicchitto: richiesta dimissioni non ha senso "In una situazione d'emergenza determinata dalla crisi finanziaria internazionale - ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - il governo ha fatto interamente la sua parte sostenuto con impegno e lealtà da entrambi i partiti della maggioranza, dal Pdl e dalla Lega, mentre l'opposizione ha dimostrato un senso di responsabilità di cui le va dato atto. Detto questo, non capiamo che senso abbia la richiesta di dimissioni del governo subito dopo la manovra - aggiunge Cicchitto - in primo luogo un atto del genere rischierebbe di vanificare i sacrifici fatti con la manovra consegnando il Paese inerme alla speculazione internazionale perché si provocherebbe solo un vuoto politico senza possibilità di soluzione. In secondo luogo, l'opposizione è profondamente divisa al suo interno e non è per niente portatrice neanche di una omogenea proposta politica e programmatica. In terzo luogo, in parlamento c'è una maggioranza che non ha alcuna intenzione di arrendersi e di sciogliersi, ma che intende continuare a fare il proprio dovere possibilmente in un confronto positivo con l'opposizione".
L'Idv: Titanic? Colpa di Tremonti "Non cambieremo il nostro atteggiamento di opposizione responsabile sia per la gravissima situazione dei mercati sia per l’appello del presidente della Repubblica Napolitano, ma il nostro giudizio sulla manovra è assolutamente negativo" così Renato Cambursano, capogruppo di Idv in Commissione Bilancio della Camera, è intervenuto in aula durante la discussione generale sulla manovra. "Il ministro Tremonti ha detto che siamo tutti sul Titanic ma è stato questo governo ed il ministro dell’Economia - sostiene Cambursano - a guidarci contro l’icerberg. Questa manovra non è sufficiente e quindi non è credibile.
Ci sono misure sbilanciate nel tempo sul lato delle entrate e non su quello delle spese che si ripercuoteranno sulla schiena e nelle tasche dei lavoratori, pensionati e lavoratori autonomi: il governo vuole rendere più povero questo paese e ci riuscirà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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