La via per Mantova itinerari di lettura

Tappe «obbligatorie» per arrivare nella città dove 150 autori tramutano le piazze in salotti

Se quest’anno andate al Festival di Mantova, fatelo con tenera poesia. Partite in anticipo e prendete da nord: a Sirmione noleggiate una barca e ammirate sul deserto azzurro e abbagliante del Garda la villa dove Catullo accarezzava la sua Lesbia; dalla torre di avvistamento di Solferino meditate sulla splendida valle sottostante dove centocinquant’anni orsono riuscirono a scannarsi migliaia di soldati; percorrete i viali ombrosi del parco Sigurtà, dove potrebbe venirvi incontro la signora col cagnolino di Cechov, poi scendete a Valeggio e concedetevi un’ottima fetta di torta sulla terrazza tra i mulini in mezzo al Mincio, davanti ai primi avvisi dell’autunno.
Quando la sera diventa frizzante e il cielo si mette gli orecchini, via, è il momento di tuffarvi nell’abbraccio della letteratura. I primi appuntamenti sono per mercoledì 3 settembre: all’ora del tramonto, vi accoglierà subito un suggestivo «comizio sull’eternità» di Luis-Auguste Blanqui, per la voce di Antonio Moresco; a seguire Paolo Giordano - il solitario dei numeri primi - vi parlerà di adolescenza, e l’ex maestro di scuola Daniel Pennac ancora di adolescenza, ma quella distratta e toccante degli scaldabanco.
L’intero programma, una non-stop di cinque giorni, è disponibile su www.festivaletteratura.it, ma non è cattiva idea lasciarsi condurre dalla casualità degli incontri e farsi trattenere da frasi romanzesche udite ai reading o per caso ai tavolini dei caffè. In misura maggiore che negli altri festival, infatti, quella che si respira a Mantova è proprio l’atmosfera di un’intima connessione tra la città e l’evento: smarrirsi tra i 225 incontri e i 150 autori può essere più fecondo che orientarsi. Ce n’è per tutti i gusti: grossi nomi della cultura o della classifica dialogheranno davanti e coi lettori insieme a colleghi quasi sconosciuti in Italia ma celebri in patria.
È il caso, per esempio, di Pedro Lemebel, molto amato in Cile. Nato nel 1955 a Santiago in una famiglia poverissima («In casa mia non c’era un libro e se entrava un giornale, era avvolto intorno alla carne: carta macchiata di sangue»), oppositore politico, è autore di Ho paura torero e Baciami ancora forestiero, due romanzi entrati - con forza e delicatezza - nel canone letterario omosessuale. Dall’Inghilterra arriverà invece Sebastian Faulks, scrittore anomalo, saggista di eccentrica verve narrativa, britannico fin nelle ossa: tant’è che gli eredi di Ian Fleming lo hanno contattato per scrivere il seguito delle avventure di James Bond-007. Nessun bisogno di presentazioni per l’amante delle «belle giornate di pioggia», Eric-Emmanuel Schmitt, autore del romanzo-dramma Il visitatore, in cui Freud in fuga dai nazisti incontra Dio. Altre celebrità di quest’anno, Scott Turow, Jonathan Safran Foer, Nicole Krauss, William Langewiesche. L’attore Toni Servillo leggerà, sabato 6, l’intensa Lettera di Lord Chandos di Hofmannsthal.
Per i cento anni dalla nascita di Pavese, Fabrizio Gifuni - prossimo interprete di Paolo VI per una fiction della Rai - sarà protagonista di Non fate troppi pettegolezzi, spettacolo teatrale tratto dai diari privati dell’autore di La casa in collina, libro su cui Eraldo Affinati terrà una particolare lezione. L’area geografica ospite sarà il Nord Europa, nella sua particolare declinazione «giallo ghiaccio»: autori di thriller vendutissimi - come il «Camilleri di Svezia», Hakan Nesser (L’uomo senza un cane) o Leif Persson (Anatomia di un’indagine) - saranno finalmente in Italia, insieme ai colleghi Maj Sjowall e Jo Nesbø, a disposizione dei fan.
Si parlerà anche di politica: Serge Latouche e Nassim Taleb rifletteranno su fonti di energia, decrescita, imprevedibilità dei mercati. Frei Betto, teologo della liberazione, proporrà una strada per coniugare felicità e sviluppo. L’associazione Lettera 27 ha organizzato, invece, una serie di ritratti di personaggi dell’Africa contemporanea e precoloniale: non perdetevi l’intervento di Abdourahman Waberi, autore di un indimenticabile libro sul genocidio del Ruanda.
Anche quest’anno arriveranno a Mantova 600 volontari, ospitati dalle famiglie del luogo, per prestare servizi di interpretariato, accompagnamento degli autori, allestimento del Festival dei Bambini.

Qualche volontario dalla Svezia e dalla Spagna, abbiamo saputo, avendo trovato l’amore, è rimasto sul posto fin dall’edizione scorsa. Potrebbe capitare anche a voi. Essendo il festival della letteratura, nulla è impossibile.

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