Manuela Villa: «L’Isola? Dopo le mie sofferenze è stata una passeggiata»

La cantante si racconta dopo la vittoria nello show che nella finale ha toccato il 29 per cento di share

da Milano

«Ho lottato vent’anni per farmi riconoscere figlia di mio padre. Quel che ho sopportato sull’Isola, la pioggia e la fame, in confronto, non sono nulla». Con quel faccino tenero e tenace che, nonostante i due mesi ad acqua e noci di cocco, mostra dieci anni in meno, Manuela Villa (41 anni) mercoledì notte, appena proclamata vincitrice del reality, ha dato ulteriore prova del suo carattere. Una finale dagli ottimi risultati per Raidue: 28,9 per cento di share con 6 milioni 339mila spettatori, più dello scorso anno.
«Io non sfrutto il nome di mio padre», «io mi rimbocco le maniche», «io voglio arrivare al successo solo con le mie forze». Questo il motto di vita di Manuela, questa la strada che ha sempre percorso, questo l’atteggiamento verso il futuro. Tutti questi «io» sembrano fin troppo esagerati. Ti fa sorgere il dubbio che ci sia qualcosa che non va, che in fondo una persona che insegue il successo a tutti i costi, poi così limpida non sia. E sono in parecchi, in primis la famiglia rivale, quella legale del reuccio della canzone italiana, Claudio Villa, padre certificato di Manuela sulle carte bollate (ma che mai si è comportato come tale) a volerne denigrare la figura, a bollarla come ipocrita. Così non la pensano, però, migliaia di spettatori del reality di Raidue che hanno votato in massa (75 per cento dei 400mila voti arrivati) perché lei trionfasse. Così non la pensano i suoi compagni di viaggio naufraghi che l’hanno adorata, così non la pensa Simona Ventura che ha fatto il tifo per lei. Così non la pensa Barbara Alberti che di lei ha detto: «Sa fare ciò che nessuno sa più: sa stare sola, sa attendere, disegna, soffre, inventa. Ha una vita interiore». E, in effetti, a vedere come si è comportata sull’ultima spiaggia e a ripercorrere la sua vita, si può solo vedere una donna che ha deciso di non stare nell’ombra, di riscattare se stessa e la sua famiglia, costi quel che costi, anche vestirsi goffamente e partecipare a improbabili trasmissioni cantando canzoni del padre. Lei che ha lottato vent’anni perché il suo nome fosse cambiato da Garofalo in Villa (il grande cantante è morto nel 1987 senza aver riconosciuto né lei né il fratello Claudio), non ci sta proprio alle critiche. «Perché ho iniziato a cantare? Semplice, perché volevo dimostrare che ero figlia di Claudio». Ma ora dice: «Giudicatemi per quella che sono, non tirate in ballo mio padre». E allora, non è un po’ ipocrita? «Ma io sono figlia di mio padre, io appartengo... Perché dovrei cambiare cognome? Allora dovrebbero farlo tutti... però voglio far vedere quel che sono. Per questo sulla spiaggia non ho mai cantato, per non permettere a nessuno di accusarmi di sfruttare la mia vicenda».
Poi c’è quel figlio, Jacopo di tre anni e mezzo (che segue lo stesso destino della madre: il padre non ha voluto occuparsene), cui la cantante tiene tantissimo, ma che ha lasciato per più di due mesi... «È stata la prima volta che mi sono allontanata. E tutto questo l’ho fatto anche per lui, per garantirgli un futuro economico e per mostrargli quanto è tosta sua madre». Sarà...

E adesso cosa vuole fare? «Lavorare, qualsiasi cosa nel mondo dello spettacolo». Di certo se la contenderanno i talk show televisivi, magari per tenere a battesimo la pace tra le famiglie. Lei sogna di andare a Sanremo. Magari Pippo la esaudirà.

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