Cronaca locale

La mappa dei treni ad alto rischio: ecco le linee lombarde da "allarme rosso"

In Lombardia transita il maggior numero di convogli con Gpl Pronto un protocollo di sicurezza tra le Ferrovie e il Pirellone

La mappa dei treni ad alto rischio: ecco le linee lombarde da "allarme rosso"

C’è una nuova paura, una in più: le cisterne che viaggiano sui binari. Adesso, dopo la tragedia di Viareggio, sono guardate come fossero bombe incendiarie. Vagoni che, spesso e volentieri, in Lombardia transitano a fianco di stabilimenti che il gergo burocratico definisce a «rischio di incidente rilevante». Sono 278 gli impianti che contengono materiali particolarmente pericolosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini, nel caso di un guasto o di una fuoriuscita accidentale. Imprese del settore chimico o aziende dove si lavorano gas e prodotti petroliferi.
Attenzione, però, nessun allarmismo anche perché il settore chimico, nella classifica degli incidenti (e pure delle malattie professionali) è al secondo posto fra quelli ritenuti più sicuri. C’è però un metodo per la prevenzione dei rischi, quello della condivisione col mondo produttivo ovvero «conoscere il rischio delle merci trasportate per valutare gli impatti di eventuali incidenti sul territorio» chiosa Stefano Maullu, assessore lombardo alla Protezione civile e prevenzione: «Il flusso di merci pericolose in uscita dalla Regione Lombardia è pari a a 19 milioni di tonnellate e ammonta a 17 milioni quello in entrata. La previsione prevede un incremento pari al 25 per cento nei prossimi dieci anni. Numeri che evidenziano come il rischio connesso alle sostanze pericolose non interessi solo i siti di stoccaggio ma pure le infrastrutture destinate al trasporto su ferrovia e su gomma». Virgolettato dell’assessore che gli uffici regionali di via Taramelli coniugano con la messa a punto di metodologie innovative e l’attivazione del «sistema di sorveglianza dei trasporto di merci pericolose per controllare in tempo reale dalla sala operativa della protezione civile la sicurezza delle flotte che trasportano sostanze infiammabili». E Regione Lombardia lo fa sia grazie a un protocollo d’intesa firmato lo scorso maggio con Federchimica e Confindustria che attraverso un secondo protocollo con Ferrovie dello Stato. Intesa che, sinteticamente, significa: l’amministrazione guidata da Roberto Formigoni mette a disposizione del gruppo Fs tutte le «informazioni relative a eventi emergenziali che possono avere ripercussione sulla rete oltreché dati derivanti dalla pianificazione d’emergenza territoriale» e il gruppo presieduto da Mauro Moretti offre al Pirellone i «propri dati relativi al flusso e la possibilità di utilizzare le strutture e i mezzi per interventi di protezione civile». Come dire: «Nel campo delle merci pericolose avere dati statistici completi e costantemente aggiornati può essere di grande aiuto ai fini della sicurezza». In sostanza, «quest’intesa va nella convinzione che il territorio lombardo non sia soltanto uno spazio fisico da conoscere e monitorare ma un collettore di risorse umane, naturali e tecnologiche da valorizzare e sviluppare in funzione di una gestione efficace ed efficiente anche della sicurezza» spiega Maullu. Concretamente, secondo i dati regionali, con il sistema di monitoraggio del servizio su rotaia e sviluppando un sistema di tracciabilità dei mezzi è possibile «limitare gli effetti dannosi, in caso d’incidente». Tra le tratte ferroviarie più trafficate c’è la Milano-Bergamo-Brescia che sostiene il trasporto da e per i centri produttivi padani ma anche da e per i paesi dell’Est, la Grecia, la Turchia e la Francia; la linea Milano-Genova che raccoglie i carichi dal porto di Genova e, infine, la tratta che raccoglie i vettori dalla Svizzera e quelli provenienti dal Brennero. Fotografia di un progetto di controllo su un sistema cosiddetto georeferenziato di rilevamento della sicurezza urbana che, tra l’altro, prevede già per le autobotti circolanti sulle strade lombarde un controllo via satellite e addirittura che tutte le informazioni vengano comunicate 24 ore prima, con la possibilità dunque di evitare i passaggi delle autobotti in determinate zone a rischio ambientale. E giusto per capirci, dalla sala operativa della Protezione civile fanno sapere che nel corso del 2009 sono stati verificati oltre 50 stabilimenti a rischio «incidente rilevante» - soprattutto idrocarburi e gas liquidi - e che sono state effettuate 70 visite ispettive sui sistemi di gestione della sicurezza. Ma a far dormire sonni tranquilli ai lombardi ci pensano anche i cento piani di emergenza sin qui elaborati in accordo con le prefetture.

Piani, spiegano dalla Regione, che sono supportati dallo «sportello unico telematico per le aziende a rischio di incidente rilevante» realizzato con il ministero per l’Ambiente, dove l’obiettivo è offrire «maggiore efficienza ed efficacia ai processi autorizzativi».

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