A Maranello la tregua è finita

Fine del patto di non belligeranza alla Ferrari. Infatti, nel 2007, chi otteneva la «pole» non attaccava mai il compagno; e non una sola volta si è visto Raikkonen tentare un sorpasso a Massa. Da Sepang, la svolta: di nuovo il finlandese è arrivato in Q3 con un assetto imperfetto e con un erroruccio di guida, pur dopo un'ottima prevalenza in Q2. Alla fine, ne ha approfittato il brasiliano, ma come supporre che lo 0,5% del tempo sul giro fosse la giusta differenza tra i due, dopo uno 0,24% in Q2? Assolutamente impossibile. E nemmeno parlare di diverso carico di carburante. Tanto più che, al primo «stint», il divario è stato di un giro, ciò che equivale, in teoria, a poco meno di tre chili di benzina, dopo un identico tempo totale d'arresto, intorno ai 29", su una pista da 0,004 secondi per ogni chilo di alleggerimento. Ma questa volta Raikkonen ha mostrato di voler superare subito Massa, rinunciandovi solo per precauzione. Poi è arrivata l'azione martellante del campione del mondo: già al 10° giro, con 1'36"7, per scendere a 1'36" netti e anche a qualcosa meno, così da uscire dai box al comando della corsa. Povero Massa! Da 3"5 a 4"94 di ritardo, in una decina di giri, prima dell'errore del 31°. Tecnicamente, conta che le McLaren, dopo essersi buscate lo 0,9-1% in prova (solo 5-8 kg di carburante in più alla partenza), non hanno mai ottenuto il miglior equilibrio di vettura, con la sequenza «Medium-Medium-Hard o Medium-Hard-Medium», contro le Ferrari in assetto «Hard-Hard-Medium».

Questi, dunque, gli argomenti sul tappeto: 1°) gli equilibri d'autovettura raggiunti a Maranello, come hanno rivelato le gomme, su un asfalto più difficile del consueto; 2°) l'annullamento della non belligeranza, per un mondiale migliore, come è nei voti di tutti.

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