«Quando si dice che siamo andati meglio di altri Paesi, non è vero: siamo stati fortemente colpiti dalla crisi». A Viareggio, poco prima di trasferirsi a Genova per il convegnone confindustriale dedicato a occupazione e competitività, Emma Marcegaglia lancia un sasso nello stagno. «Siamo entrati nella crisi già in crisi - osserva la presidente di Confindustria - : negli ultimi dieci anni leconomia italiana è cresciuta dell1% in meno rispetto agli altri Paesi europei. La Germania - ricorda la Marcegaglia - questanno crescerà del 3,4%». E lItalia? «Sono un inguaribile ottimista - replica il ministro Renato Brunetta - e prevedo una crescita dell1,2% o anche 1,3% alla fine di questanno».
La differenza è oggettiva. Ma adesso che «il peggio è alle spalle» e che in vari settori «finalmente si vede di più in termini di produzione industriale, ordini, fatturato ed esportazioni», bisogna agire, aggiunge la presidente degli industriali. La politica deve concentrarsi su crescita e occupazione. «Siamo un po stanchi di dirlo: bisogna fare qualcosa su burocrazia, tasse, infrastrutture, nucleare, scuola, ricerca», aggiunge la Marcegaglia. Sulle tasse si aprirà presto un tavolo con il ministro dellEconomia Giulio Tremonti. «Bisogna ridurre la pressione fiscale su chi tiene in piedi il Paese: imprese e lavoratori. E si può ragionare sulle rendite finanziarie». Quanto alle infrastrutture, «se i soldi non ci sono lo si dica».
Istruzione, innovazione e ricerca sono i settori su cui investire, scrive in un messaggio al convegno il presidente Napolitano, per favorire loccupazione giovanile. La proposta della Confindustria, illustrata a Genova dal vicepresidente Alberto Bombassei, è di un «avviso comune» delle parti sociali, per semplificare le regole del lavoro, a partire dal contratto di apprendistato.
Un intervento crudo, quello della presidente di Confindustria, che non convince Brunetta. «Posso ribadire i dati ufficiali: lItalia ha attraversato la crisi meglio degli altri Paesi, anche quelli che ci davano lezioni, come Spagna e Francia, senza crisi sociale, e senza scioperi», replica il ministro della Pubblica amministrazione. Chiedere a un Paese come lItalia «che ha profondi gap strutturali» di crescere come la Germania, aggiunge, è «un po troppo». Appena messo piede a Genova, la Marcegaglia precisa: «Non chiediamo una crescita pari a quella della Germania, ma stare nella media europea è possibile con le riforme: possiamo arrivare all1,7-2%».
Fuori programma, lincontro fra il segretario della Fiom-Cgil di Genova e Bombassei sulla vicenda Fincantieri.
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