Il vetro, la ceramica, la carta e il siderurgico. La lista dei settori più colpiti dalla direttiva europea sul clima-energia corrisponde in gran parte a quella delle eccellenze italiane. «Settori che occupano molti lavoratori. Sarebbe inaccettabile mettere a rischio i loro posti di lavoro in un momento come questo», sostiene la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che ieri ha chiesto un taglio dei tassi da parte della Bce più vigoroso rispetto alle previsioni (un punto invece dello 0,5%), ma è anche tornata sulla direttiva «20-20-20» con toni preoccupati. E con un messaggio preciso allindirizzo del governo. Se non si limiteranno i costi a carico delle imprese per raggiungere gli obiettivi di riduzione dellinquinamento come previsto dai propositi dellUnione europea, lesecutivo dovrebbe «porre il veto alla riunione del prossimo 11 dicembre».
Nessun dissenso rispetto allobiettivo di fondo. Confindustria, ha precisato Marcegaglia allassemblea di Sistema Moda Italia a Milano, «vuole mantenere lobiettivo della riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20% nel 2020. La proposta della Commissione europea - ha proseguito - pone però costi insostenibili per lindustria manifatturiera italiana». In tutto 18 miliardi allanno e quindi il 40% in più rispetto alla media degli altri paesi Ue.
«Il governo italiano sta cercando di fare una proposta che mantenga gli obiettivi sulle emissioni senza questi enormi costi. Se si riuscirà a farla passare, bene, altrimenti il governo mantenga la sua posizione di porre il veto». In sostanza dovrebbero andare a buon fine le trattative che sta conducendo il ministro alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, altrimenti lesecutivo dovrebbe bloccare la direttiva. Una opzione che nei giorni scorsi lo stesso ministro non ha escluso. Marcegaglia farà pesare la posizione degli industriali italiani allincontro di oggi con il presidente francese e di turno dellUe, Nicolas Sarkozy.
Intanto la Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul regolamento per il taglio delle emissioni di C02 nelle nuove vetture, che prevede un sistema di gradualità e di sanzioni. Accordo ritenuto soddisfacente dagli industriali, dal governo italiano e anche dalla sinistra delleuroparlamento. Contrarie le associazioni ambientaliste. Laccordo dovrà ora ritornare sul tavolo dei rappresentanti dei ventisette ed essere votato dal Parlamento europeo.
In tema ambientale viale dellAstronomia ha anche un fronte aperto con il governo italiano.
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