Rita Smordoni
«Liste bloccate per lelezione nei municipi? Una strada non perseguibile. Allontana la democrazia dal territorio e rappresenta lennesimo schiaffo al decentramento amministrativo». Così Sergio Marchi, capogruppo di An in consiglio comunale, liquida la proposta del segretario romano dei Ds, Esterino Montino, di un collegamento obbligatorio fra il candidato presidente alle prossime elezioni municipali e la lista o i gruppi di liste a lui collegate. La riforma del sistema elettorale per lelezione del presidente e dei consiglieri municipali, già sottoposta al parere, non vincolante, degli uffici tecnici dei municipi, prevede anche un aumento del numero dei consiglieri da 25 a 30 e degli assessori da 4 a 6. Inoltre, attraverso il sistema della lista unica bloccata o delle liste collegate al candidato presidente, i consiglieri in lista verrebbero automaticamente eletti insieme al presidente, secondo il numero di presentazione. «Il listino bloccato - avverte Marchi - chiuderebbe le porte a unampia partecipazione democratica dei cittadini. Al contrario, noi auspichiamo un nuovo coinvolgimento degli elettori per le prossime elezioni, che certo non si aspettano delle liste, calate dallalto delle segreterie dei partiti, che andrebbero a perpetuare caste di politici e amministratori più o meno presentabili». Lidea delle primarie per scegliere luomo giusto va lanciata anche per i presidenti di municipi? «Certamente - risponde Marchi - è un mezzo che può essere esteso tanto alla candidatura del sindaco di Roma, quanto ai minisindaci». Quanto alla proposta di aumentare il numero dei consiglieri e degli assessori municipali, «se ne può discutere. Ma non può avvenire senza lapplicazione concreta del principio del decentramento amministrativo, altrimenti il provvedimento si riduce ad una mera distribuzione di poltrone e stipendi, con un conseguente aumento dei costi a carico dellamministrazione pubblica». Secondo Marchi, lo scopo della proposta di Montino è di avere un quadro più facile da presentare: «Allinterno di una coalizione multicolore, è chiaro che la soluzione di Montino farebbe acquistare ad una segreteria politica un potere assoluto sui candidati». La riflessione politica di Marchi sembra colpire nel segno, considerando il no secco di Rifondazione e Margherita alla proposta dei Ds.
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