Marchionne cala gli assi: 500 «wagon», terzo alleato e più sinergie con Detroit

Sergio Marchionne non ha tregua, nel senso che per l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler anche l’anno appena iniziato sarà pieno di sfide. Quali? Quattro innanzitutto: convincere un altro partner a unirsi all’accoppiata italo-americana; fare boom con le vendite della nuova Panda e partire bene con la L-0, new entry nella gamma 500; chiudere (in senso positivo) la partita Fabbrica Italia e piegare il braccio alla Fiom; portare dal 20 al 50%, in attesa della fusione, l’integrazione con gli alleati di Auburn Hills.
Marchionne, che nel frattempo ha ottenuto da Goldman Sachs l’inserimento di Fiat nella lista «convintion buy» con il conseguente balzo delle azioni (+7% le Spa, +3,93% le Industrial e +6,58% il titolo Exor), ha toccato questi e altri punti, in Svizzera, al tradizionale seminario organizzato da Bank am Bellevue. Ma procediamo con ordine. In questi giorni, rientrato dagli Usa, il top manager è subito partito per un tour in Europa. È verosimile che Marchionne stia sondando gli umori dei papabili «terzo partner»: Psa Peugeot Citroën in primis, ma anche Renault, Opel, Suzuki (i giapponesi, in rotta con Volkswagen, hanno offerto a Fiat la possibilità di proseguire la produzione, in Ungheria, mettendo sul piatto un crossover di classe media) e, magari, anche Hyundai-Kia (pure i coreani producono in Europa). E visto che entro l’anno Marchionne intendere definire il tutto, c’è da aspettarsi in questi mesi un pressing non indifferente con l’ausilio diplomatico del presidente John Elkann e, a livello di rifinitore, dell’«ambasciatore» e stratega del Lingotto, Alfredo Altavilla. E ora il nodo delle novità, legato direttamente a un momento negativo delle vendite in Europa e in Italia. In proposito, solo con modelli attraenti, è possibile dare l’auspicata svolta. E Giuseppe Tartaglione, numero uno di Volkswagen Group Italia (il colosso tedesco è tra i pochi ad aver chiuso il 2011 con le immatricolazioni in attivo) non si pone problemi a svelare la ricetta del successo dell’azienda di Wolfsburg: «Investire sui prodotti e sull’organizzazione; nell’ultimo quinquennio abbiamo proposto tra le 20 e le 25 novità l’anno». Nel 2012 le carte principali del gruppo Fiat per l’Europa, escludendo i restyling e la gamma Jeep in grande spolvero, saranno principalmente due: la nuova Panda (porte aperte per il via alle vendite il 28 e 29 gennaio) e la «Cinquecentona», nome in codice L-0 (il nome sarà legato alla 500, quindi potrebbe essere 500 Giardinetta, 500 Minivan o altro). L’abbinamento con la 500 è il chiaro segnale che la gamma della vettura, realizzata tra Polonia e Serbia, diventerà una famiglia, sulla falsariga di quanto è successo per la rivale, soprattutto sul mercato americano, Mini (Bmw Group).
Altro snodo fondamentale del 2012 è quello di Fabbrica Italia, legato a doppio filo alla battaglia tra Fiat e Fiom. Avviata la produzione a Pomigliano d’Arco, il 2012 sarà in particolare l’anno di Mirafiori per il cui futuro il sindacato di Maurizio Landini vede nero. A Torino, una volta pensionate a fine anno Idea e Musa, nascerà la futura piccola Jeep che sarà prodotta insieme all’attuale Alfa Romeo MiTo, in attesa del modello a cinque porte.
Vero è, comunque, che a pesare sul destino di Fabbrica Italia (e probabilmente anche sulla futura sede del gruppo, a Torino o altrove) sarà l’atteggiamento della Fiom e l’esito dei ricorsi in tribunale annunciati da Landini.

Infine, l’integrazione con Chrysler, che salirà al 50% entro l’anno grazie «alla connessione inestricabile a livello di costi» e alle sinergie sempre più strette con Fiat. Più del 50% dei volumi previsti nel 2014 si baserà, infatti, su tre architetture principali che supereranno un milione di unità ciascuna.

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