Alle resistenze che sta incontrando in Germania, l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, rilancia così: l’accordo tra la Fiat e la Opel «è una grandissima sfida europea». Il messaggio è diretto ai tedeschi, dopo la frenata ricevuta dai governatori dei Laender di Assia e Renania, rigidi sulla salvaguardia dei posti di lavoro; e assicura che l’operazione sarebbe la «soluzione giusta per noi e per loro». Da Torino, dove Marchionne è intervenuto alla festa della Polizia, aggiunge: «Se riusciremo a mettere insieme le parti sociali, riusciremo a trovare una grande soluzione per l’Europa». Ma dalla Germania arriva ancora scetticismo. Il ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg è volato nella regione del Golfo dove incontrerà potenziali investitori in Opel (Abu Dhabi da marzo è il primo azionista della Daimler con il 9,1%). In più, sta preparando un piano alternativo, con il commissariamento e il soccorso delle banche, in caso di insolvenza di Gm: escluso, tuttavia, un intervento dello Stato.
Al settimanale Der Spiegel, Guttenberg ha negato di essersi già impegnato con Fiat come futuro partner di Opel: «Pure sciocchezze», ha commentato. «Entrambi i piani, di Fiat e della canadese Magna, contengono ancora delle questioni aperte, che devono essere anzitutto chiarite. Per ora vedo entrambi i piani con la stessa apertura e scetticismo».
Mentre con la Chrysler le cose procedono speditamente - all’integrazione è arrivato anche l’ok del tribunale fallimentare - tanto che Marchionne ha commentato: «Sta andando come ci aspettavamo e con la tipica velocità americana che è essenziale», per Opel c’è ancora tanto da fare. «Ci facciano lavorare - ha detto Marchionne - sono sicuro di convincerli», sarebbe «la soluzione giusta per loro e per noi». «In Germania - ha aggiunto - tutto è aperto, tutto da finalizzare e da definire». Invece le «alternative non sono la soluzione giusta industrialmente». L’intesa con la Fiat insomma sarebbe più strategica per i tedeschi rispetto a quella con i canadesi di Magna, con una coerenza che riguarda motori, piattaforme e condivisione di prodotti. E a tifare per l’accordo è anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «La Fiat sta realizzando un sogno che ci rende tutti orgogliosi», ha detto.
Quanto poi a eventuali ripercussioni e ricadute derivanti dall’operazione, Marchionne ha chiarito che «sono scelte difficili, lo capisco, ma è il momento di farle; la cosa importante è essere assolutamente onesti sui problemi e su come affrontarli. Se ci perdiamo questa occasione andiamo a trascinarci problemi industriali per il futuro». Ma almeno per Mirafiori non ci saranno conseguenze. Per quello stabilimento l’impegno di Fiat è «immovibile». Mirafiori è «il punto pensante della Fiat. Mirafiori è Mirafiori» ha detto Marchionne.
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