Marchionne: «Negli Stati Uniti 100mila “500” dalla fine del 2010»

Detroit«La 500 in Nord America? Sbarcherà alla fine del 2010, anche se dobbiamo decidere dove e come realizzarla. E, comunque, la produzione non supererà le 100mila unità l’anno; dipende dalla domanda nei prossimi due anni. Mi hanno insegnato a stare con i piedi per terra, d’altronde qui mi considerano un “ibrido”, essendo cresciuto dall’altra parte del confine».
Sergio Marchionne si è presentato così in conferenza stampa dopo oltre mezz’ora di colloquio a porte chiuse con il ministro Claudio Scajola. «Purtroppo - ha aggiunto l’ad di Fiat e Chrysler - il mercato Usa è ancora critico. Ma stiamo lavorando per ripartire al meglio, sia a Torino sia a Detroit. Il piano congiunto Fiat-Chrysler sarà presentato a novembre. Sarà credibile e convincente».
Il ministro dello Sviluppo economico italiano ha sottolineato la grande soddisfazione per tutta l’operazione Chrysler, condotta da «un grande manager che sa guardare lontano. È un’operazione industriale che fa crescere Fiat nel mondo». Sul dossier incentivi, Scajola ha ribadito la posizione del premier Silvio Berlusconi: «L’Italia non può chiamarsi fuori. Da qui a fine anno definiremo un nuovo percorso virtuoso in grado di far crescere ulteriormente il settore. Si tratta di rimodulare quello che abbiamo già fatto, anche pensando a quando gli incentivi finiranno».
Il ministro, in visita al quartier generale di Chrysler, ha anche annunciato la riapertura del «tavolo auto» in tempi brevissimi, perché, ha detto, «nel quadro di un rilancio del settore, l’Italia ritiene di dover dare un significativo contributo alla ricerca e alle tecnologie avanzate».
Tornando all’operazione Chrysler, Marchionne ha ribadito che tutte le risposte industriali e organizzative le darà il piano di novembre, come ad esempio il problema della distribuzione delle vetture di Detroit in Europa e in America latina.
E a proposito dell’operazione Bertone, l’ad di Fiat e Chrysler ha precisato: «Non siamo i proprietari del marchio, che rimane alla famiglia Bertone.

Abbiamo acquisito solo gli stabilimenti. E devo dire che l’operazione Bertone si inserisce molto bene in quella Fiat-Chrysler. Anche perché - ha concluso - dal punto di vista industriale, Fiat era l’unica risposta possibile».

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