Marchionne, una Panda contro i «gufi»

Marchionne, una Panda contro i «gufi»

«Quello di Pomigliano è il miglior stabilimento del gruppo Fiat-Chrysler nel mondo». La frase pronunciata ieri da Sergio Marchionne, nel «Panda day» che si è svolto all’interno dell’impianto, è probabilmente il più bel regalo di Natale che l’amministratore delegato del Lingotto potesse fare alle tute bianche campane.
«Pomigliano e la Panda - ha aggiunto l’ad - sono il simbolo delle nostre sfide e del nostro impegno, delle nostre promesse mantenute. Sono il simbolo di chi non si arrende a un destino già scritto, ma sceglie la via dell’azione, del senso di responsabilità che sta dietro le nostre scelte. Una risposta ai detrattori e agli antagonisti per professione».
Da pecora nera, dunque, questa fabbrica si trasforma in pietra di paragone e di riferimento. Per ora, al suo interno lavorano solo una piccola parte degli operai: circa 600 su più di 4.500, ma l’auspicio è che i livelli occupazionali siano presto completati non appena si arriverà alla capacità massima di produzione, ovvero 1.050 vetture al giorno. Marchionne, in proposito, ha accettato di buon grado l’omaggio di una statuetta di Pulcinella con il corno in mano, realizzata dall’artista napoletano Lello Esposito. Il pensiero è della Uilm Campania: «Così - ha spiegato il segretario regionale Giovanni Sgambati - i gufi del malaugurio staranno lontano». «Visti i tempi - ha risposto l’ad - la terrò sempre in tasca». «Decidere di portare la Panda a Pomigliano - ha aggiunto - non è stata una scelta basata su principi economici e razionali. Non era e non è la soluzione ottimale da un punto di vista puramente industriale; lo abbiamo fatto considerando la storia della Fiat in Italia, quello che da sempre rappresenta e il rapporto privilegiato che ha con il Paese. Lo abbiamo fatto perché, nel limite del possibile e senza pregiudicare la solidità della nostra azienda, riteniamo sia un nostro dovere privilegiare il Paese in cui il gruppo ha le proprie radici».
Il lancio della Panda, dunque, ha permesso a Marchionne di rispondere concretamente a chi (Fiom e Cobas in testa, impegnati ieri a manifestare fuori dai cancelli) da quando è stato presentato il piano Fabbrica Italia, ha sempre messo in dubbio il mantenimento delle promesse. «Chi dubita che in questo stabilimento si possano fare le cose - ha scandito Marchionne - non ha che da venire qui, vedere i reparti e parlare con i lavoratori. Chi ancora dubita che a Pomigliano e nel Sud si possa creare una nuova cultura industriale, non ha che da venire qui. Chi ancora dubita che gli impegni della Fiat siano seri, non ha che da venire qui».
E a chi lo interrogava sui futuri impegni, l’ad ha risposto in maniera altrettanto determinata: tutti gli stabilimenti avranno i loro investimenti quando l’azienda sarà pronta e quando ci saranno le condizioni di mercato. Ad accompagnare Marchionne, il presidente John Elkann, che nel suo saluto ha voluto puntualizzare come «Fiat-Chrysler non sia un partito politico. E neanche un movimento d’opinione».

«Fiat-Chrysler - ha affermato il presidente e azionista di riferimento - è un costruttore d’automobili globale presente in più di 120 Paesi, con oltre 190mila dipendenti, 53 stabilimenti, 11 marchi e una gamma prodotti con 56 modelli».
Due i ministri presenti, Corrado Passera (Trasporti) ed Elsa Fornero (Lavoro): «Siamo a Pomigliano d’Arco - il loro commento - per festeggiare un grande investimento in Italia».

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