Marchionne pensa al futuro: «Potrei lasciare a fine 2015»

Sergio Marchionne potrebbe lasciare Chrysler a fine 2015. Lo dice lo stesso amministratore delegato ieri in Michigan al convegno annuale di Car, Center for Automotive Research, uno degli appuntamenti di maggior rilievo dell’industria automobilistica americana. «La gestione di Chrysler - ha detto Marchionne al suo pubblico statunitense - spetterà a chi mi succederà dopo il 2015 spero, forse un anno più tardi. Avrò 59 anni fra qualche mese e ci sarà qualcuno dopo di me. Non mi concentrerò sulla data della mia uscita ma sulla successione: ho sempre pensato che il mio successore debba arrivare dall’interno». Un portavoce ha liquidato la vicenda come una battuta, specificando però che un messaggio c’era: Marchionne avrà un successore. E non solo in Chrysler, ma per tutto il gruppo Fiat. Ma questo Marchionne non l’ha specificato, visto che si punta all’integrazione tra le due aziende. E il prescelto potrebbe essere uno dei manager della squadra annunciata la settimana scorsa.
Marchionne dunque vuole andare in pensione ma vuole decidere lui quando e come. E a chi lasciare il ponte di comando della «sua» creatura che in questi anni gli ha reso non poco. Tra stipendio, premi e sopratutto stock option, secondo calcoli già resi pubblici, Marchionne dovrebbe avere già in tasca circa 250 milioni. Da qui al 2015 però gli interrogativi non mancano. Il primo, quello che i sindacati vorrebbero sciogliere, è se l’azienda resterà italiana.
Difficile rispondere anche se ieri Marchionne ha approfittato per fare il punto su Fiat-Chrysler, aziende che, secondo lui, rappresentano una combinazione vincente. «Chrysler potrà espandere la sua offerta nelle utilitarie - ha detto - mentre Fiat potrà entrare nei segmenti più grandi colmando una lacuna nel suo portafoglio». L’integrazione dei due gruppi, tuttavia, «non significa eliminare le differenze o cancellare l’identità di Fiat o di Chrysler- ha aggiunto - non si tratta infatti di una fusione ma di un mosaico, con ogni singolo pezzo che contribuisce all’intero». Entro fine mese Marchionne ha specificato che il cda di Chrysler cambierà.
Il futuro però è sempre più incerto e difficile.

«Una delle maggiori sfide a cui americani ed europei devono prepararsi al più presto - ha spiegato ancora Marchionne - è rappresentata dalla Cina, il maggiore produttore di auto al mondo che per ora ha prodotto solo per il mercato domestico ma che in futuro comincerà ad esportare». Ed è ragionevole pensare che i prezzi delle vetture «made in China» saranno molto, ma molto, competitivi.

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