TorinoDue gol al Milan e uno, recentissimo e altrettanto decisivo, all'Inter. Il Principino, al secolo Claudio Marchisio, ha la Juventus ai suoi piedi ma non ne fa un vanto. Anzi: «Io nuovo Del Piero? Non scherziamo. Intanto perché Alessandro è ancora il nostro capitano e lo sarà fino al termine della stagione, poi perché la sola cosa che conta è riportare squadra e società dove meritano. Il resto viene dopo». Atteggiamento molto sabaudo, sempre senza esagerazioni: tutto il contrario di quello che può per esempio rappresentare l'ego di uno come Ibrahimovic, milanista e per certi versi milanese.
Invece il Principino - così soprannominato per il suo aspetto gentile e riservato, occhi azzurri e tono di voce misurato, prossimo a diventare per la seconda volta papà nonostante abbia solo 25 anni - vola basso e non spara mai sentenze: quelle le lascia al campo, giocando da Tardelli ogni settimana di più e piazzando colpi degni di un quasi fuoriclasse. «Scudetto è una bella parola, ma lasciamola lì. Adesso dobbiamo solo pensare a mantenere il primo posto in classifica: magari ne riparleremo in primavera».
Intanto, domenica sera al San Paolo, la Juve avrà la possibilità di arrivare alla seconda sosta stagionale con il naso davanti a tutti. E lui, il numero 8, proverà a piazzare la quarta zampata contro le tre grandi dellultimo campionato: nel frattempo, avendo firmato due vittorie su Milan e Inter nella stessa stagione, ha già eguagliato Pippo Inzaghi, lultimo ad essere riuscito nell'impresa nel 2000-01, ben undici anni fa, quando segnò nel 3-0 ai rossoneri e nel 3-1 ai nerazzurri. «Vincere aiuta ad aumentare l'autostima. Siamo sulla buona strada, ma non possiamo fermarci: troppe volte in passato ci siamo illusi di essere su quella giusta. Conte lavora molto su questo, sta a noi seguirlo».
Mettersi alla prova giorno dopo giorno, dare e ricevere conferme a se stesso e a chi vive l'avventura al proprio fianco: «Io non ho mai cominciato una stagione pensando di essere titolare o riserva: bisogna sudare e lottare per dimostrare di essere all'altezza di una maglia come questa». Torinesissimo e juventinissimo, con 413.000 "amici" su facebook: Marchisio vive a due passi dal centro sportivo di Vinovo, dove di recente ha anche operato un corposo investimento immobiliare che si aggiunge a un ristorante pizzeria aperto a Chieri, e incarna alla perfezione lo spirito preteso da Agnelli. "Impossible is nothing" è la scritta che si è tatuato da anni su un braccio e per la Signora del post calciopoli non c'è miglior proclama. Predestinato, pare: il suo primo gol in serie A, contro la Fiorentina il 24 gennaio 2009, arrivò su assist di Del Piero e a ripensarci oggi può essere interpretato come una sorta di passaggio di consegne.
«Siamo in testa alla classifica e vogliamo rimanerci, anche se a Napoli troveremo un ambiente difficilissimo. Lì, poi, negli ultimi anni ci è sempre andata male». Anche peggio: al San Paolo la Juve non vince infatti dal settembre 2000 e l'unico pareggio lo ha ottenuto nell'anno di serie B. «Andiamo avanti per gradi - predica Marchisio, già quattro gol quest'anno avendo segnato anche al Parma -. Qualche piccolo passo falso ci sta e rimane il rammarico per non avere vinto match alla portata come quelli casalinghi contro Bologna e Genoa. Contro le grandi, però, finora non abbiamo mai sbagliato».
Avanti verso il San Paolo a testa alta, allora.
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