da Roma
La «furia risanatrice» del governo, come la chiama il direttore di Europa Stefano Menichini, pare essersi incrinata. Almeno per quanto riguarda il taglio delle sovvenzioni alleditoria, a cominciare da quella di partito. Dopo lapprovazione della manovra-bis, ieri alla Camera, è stato il capogruppo dellUdeur Mauro Fabris a far notare «con estrema soddisfazione» che tra le decine di ordini del giorno esaminati dallaula ne era stato approvato uno, presentato dal suo partito, che impegna il governo a prevedere in Finanziaria «lo stanziamento dei fondi necessari» per i contributi alleditoria, che secondo il dirigente mastelliano «non deve subire ulteriori tagli che si rivelerebbero dei colpi letali per il pluralismo dellinformazione e le piccole e medie imprese del settore». A cominciare dalla storica testata udierrina Il Campanile, che rischiava di restare stritolata (insieme a decine di altre) dai tagli.
Il governo era partito con la scure, annunciando una riduzione dei fondi di 50 milioni di euro per il 2007. Ma si è trovato di fronte allinsurrezione (assolutamente bipartisan) delle testate interessate e dei relativi partiti. I cinque giornali principali (lUnità dei ds, il Secolo di An, Europa della Margherita, Liberazione del Prc e la Padania della Lega) hanno fatto blocco unico, spiegando in pratica che le uniche vere testate di partito, titolate a ricevere i contributi, sono loro. Sottinteso: se tagli ci devono essere, vanno mirati verso gli «abusivi», in particolare quei quotidiani come il Foglio, il Riformista e Libero, che in base ai cavilli della legge hanno ottenuto abbondanti sussidi come organi di partiti fittizi (bastava la firma di due parlamentari). Un «trucco», come lo ha definito apertamente lo stesso Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, che tuttora risulta organo di una fantomatica «Convenzione per la giustizia». In realtà nel frattempo la legge è stata modificata e il «trucco» dei partiti finti abolito, ma grazie alla trasformazione in cooperativa delle testate i fondi sono rimasti, fino alla minaccia di tagli dellesecutivo.
Ieri Fabris ha minacciato nientemeno che luscita dellUdeur dalla maggioranza contro lintesa «tra An, Lega, ds e Margherita» per salvare le proprie testate e favorire il «golpe estivo sulleditoria dei partiti minori», a cominciare dal suo. «Niente sopraffazioni dei più forti sui più piccoli», ha avvertito. Poco dopo laula ha approvato il suo ordine del giorno, che impegna il governo a riporre la scure. Succederà? Menichini è realista: «Noi cinque abbiamo messo le mani avanti, sottolineando che tra le testate finanziate cè chi ha più o meno titolo.
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