La marcia su Roma degli isolani-isolati: ridateci le navi

Protesta degli abitanti delle Eolie dopo i tagli dei collegamenti con Napoli. Mentre al ministero si apre un tavolo tecnico, la gente di Stromboli apre un tavolo etnico con capperi e malvasia

asolani? "Chiamateci piuttosto isolati". Prima il maltempo, che per settimane ha interrotto i collegamenti. Poi i tagli, annunciati dalle compagnie di navigazione per il periodo di bassa stagione. E le piccole isole, le perle del Mediterraneo, richiestissime e superaffollate d’estate, d’inverno rischiano di restare abbandonate a se stesse. Così adesso hanno deciso di farsi sentire.

Tutti a Roma I primi a muoversi sono gli abitanti di Stromboli. Uomini, donne e anche i bambini dell’isola del fuoco in queste ore hanno preso uno degli ultimi traghetti disponibili e hanno invaso la capitale. Oggi, con tanto di megafoni e striscioni, si presenteranno in piazza della Croce Rossa davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per protestare contro la soppressione invernale della nave per Napoli. "Ministro, sindaci delle Eolie e funzionari decideranno del nostro futuro attorno a un tavolo tecnico – racconta Carlo Lanza, presidente della circoscrizione di Stromboli - . Noi intanto aspetteremo per strada aprendo un “tavolo etnico” riempito di capperi, malvasia, sale e pietra pomice. Faremo assaggiare il nostro passato nella speranza di un futuro migliore che non preveda la i-solitudine: Che senso ha essere definiti patrimonio dell’umanità se poi si diventa un luogo disabitato su cui arrivare solo se in possesso di una barca privata?".

Vite difficili Piangono non solo le Eolie, ma anche altre gemme come le Egadi, Linosa, Ustica, le sarde Tavolara e Santa Maria, le toscane Gorgona e Capraia, le Tremiti, diverse isole della laguna veneta e le lacustri del Trasimeno e del Maggiore. Pantelleria e Lampedusa almeno hanno un aeroporto, le altre in mancanza di collegamenti regolarti e sicuri con la terraferma si devono arrangiare, come ha raccontato in un libro il modenese Riccardo Finelli, “C’è di mezzo il mare”, Incontri editrice.

E oggi chi fa il medico? Succede a Linosa, dove in mancanza di un dentista, o perlomeno di odontotecnico, in caso di ascessi capita spesso di doversi accontentare di terribili cauterizzazioni e devitalitazzazioni fatti con ferri da calza arroventati. O dove una gravidanza è considerata "una roba da ricchi" perché tra viaggi dal ginecologo ad Agrigento e necessari soggiorni in albergo a partire dall’ottavo mese, il conto per far nascere un figlio può arrivare a diecimila euro. Qualcuno poi si rassegna. A Ginostra convivono netturbini di Ceylon, muratori tunisini e pensionati tedeschi alla ricerca di un buen retiro.

A Gorgona i detenuti si occupano egregiamente delle vigne, ottenendo un passito premiato da Vinitaly. E a Capraia Eligio Gambardella, figlio dell’ultimo direttore della colonia penale chiusa nel lontano 1986, non se n’è mai andato: fa il pastore e produce un caprino che definisce "il migliore del mondo".

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