Marea nera, Obama: "Un nuovo 11 settembre Ora la Bp deve risarcire"

Domani l'incontro con i vertici del gigante petrolifero. Obama chiederà alla Bp di creare un fondo gestito da una commissione indipendente per pagare i danni provocati. Agli americani: "Andate al mare"

Marea nera, Obama: 
"Un nuovo 11 settembre  
Ora la Bp deve risarcire"

Una cifra enorme per un risultato pessimo. Numeri stratosferici per una strage «che poteva essere evitata». British petroleum (Bp) stima che la marea nera provocata dall’esplosione di una delle sue piattaforme nel Golfo del Messico le è finora costata 1,6 miliardi di dollari. Una cifra - spiega il gruppo petrolifero - che include le misure di pulizia e contenimento dell’inquinamento, la perforazione del pozzo di emergenza, gli aiuti agli stati rivieraschi, i danni già rimborsati, e le somme versate alle autorità federali. La somma comprende anche una prima parte dei 60 milioni di dollari che serviranno a finanziare la costruzione di una serie di isole artificiali al largo della Louisiana, per proteggere il suo ecosistema costiero.
Numeri alti per un mancato risultato che è sotto gli occhi del mondo, nonostante ieri il presidente americano Barack Obama abbia incoraggiato gli americani, durante il suo quarto viaggio nelle aree minacciate, a non abbandonare quelle coste. «Ci sono ancora tante opportunità turistiche qui. Ci sono un sacco di spiagge che non sono e non saranno contaminate», ha detto il presidente dopo un incontro con i governatori di Mississippi e Louisiana a Gulfport. «Se la gente vuole dare una mano, il modo migliore è di venire qui da turisti», ha aggiunto Obama. Il presidente è però consapevole dell’enormità del danno tanto da aver fatto infuriare i familiari delle vittime dell’11 settembre dopo aver paragonato le conseguenze negative della marea nera sul futuro degli Stati Uniti all’attacco terroristico alle Torri gemelle.

Domani il presidente incontrerà per la prima volta, alla Casa Bianca, i vertici del gigante petrolifero. Ma stasera (le due di notte in Italia) il presidente parlerà per la prima volta alla nazione dallo studio ovale chiedendo alla Bp di creare un fondo gestito da una commissione indipendente per pagare i danni provocati a imprese e privati. Una mossa che l’azienda sarebbe intenzionata a fare per venire incontro alle richieste del presidente americano. Secondo il ministro dell’Energia Chris Huhne Bp potrà farcela: «Bp resta una società forte. Anche se le sue azioni sono scese nettamente da aprile, la società ha le risorse finanziarie necessarie per riparare i danni». Pressato da Obama, il colosso petrolifero Bp sta valutando una serie di opzioni riguardo al pagamento dei dividendi, nel tentativo di soddisfare il governo americano e non deludere troppo i propri azionisti. Secondo fonti del New York Times, le opzioni sul tavolo sono tre: la prima è quella di sospendere i dividendi per almeno 2 trimestri, la seconda invece prevede la conversione dei dividendi in azioni societarie.

La terza possibilità è quella più complessa: Bp userebbe i propri ricavi per sostenere i costi della marea nera e allo stesso tempo farebbe confluire i dividendi in un fondo di garanzia. Questo fondo verrebbe intaccato soltanto in circostanze straordinarie, ossia nel caso in cui i ricavi non fossero sufficienti a coprire i costi del disastro.

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