Monica Bottino
«Stanno rientrando in Italia le due dottoresse che erano con lei e Maria ormai sembra sparita nel nulla... ma noi non labbandoneremo». Per difendere la bimba bielorussa da un proccupante silenzio si è formato a Roma un gruppo trasversale di parlamentari. Furio Colombo (Ds), Egidio Pedrini e Franca Rame (IdV), Stefania Prestigiacomo (Fi) e lex parlamentare Mario Segni hanno dato vita al comitato «Aiutiamo Maria». «A oggi la situazione è molto negativa - dice Pedrini -: sappiamo che le due dottoresse che erano con lei stanno rientrando e non sono passate due settimane dal blitz con cui la bimba è stata rimpatriata. Non dovevano vigilare sul suo recupero? Inoltre sappiamo che la bambina era tenuta tranquilla perché le è stato detto che il suo rientro in patria sarebbe stato momentaneo, solo per fare i documenti per ladozione... Maria è stata ingannata e sono in tanti ad avere responsabilità verso questa piccola indifesa».
Impossibile avere notizie della bimba, se non filtrate dallambasciatore Aleksej Skripko. «Il nostro ambasciatore a Minsk, Giovanni Ardizzone, si fa negare al telefono - attacca Pedrini - e mi risulta che Maria non si trovi alla Casa del bambino di Bobruisk, come si era detto». Furio Colombo si è sentito rispondere da Skripko che nessuno può vedere la bambina, nemmeno da lontano. Colombo ha presentato uninterpellanza urgente che verrà discussa oggi: «Non mi aspetto risposte soddisfacenti. In tutta la vicenda, lItalia è apparsa un paese a sovranità limitata e ha fatto tutto quello che chiedeva la Bielorussia». Rincara la dose Mario Segni. «Maria è in Bielorussia priva di qualunque tutela e senza che nessuno oggi possa saperne più nulla», dice. Pedrini ricostruisce i contorni del giallo: «Non è vero che la bambina il 20 settembre è stata trasferita in taxi, quel taxi è andato a un altro indirizzo. E poi, per lei è stato allestito un volo «diplomatico» con un aereo da 164 posti, che invece era tutto per lei, le dottoresse e sei persone di equipaggio». Pedrini ha puntato il dito contro il business dei viaggi che frutterebbe, solo per la parte turistica, un giro d'affari di oltre 170 milioni di euro, «tant'è che la Finanziaria bielorussa lo considera».
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