Roma

Marilyn&Co.

Allo spazio Etoile 50 scatti che «svelano» la Monroe ma non solo

Laura Gigliotti

Prima di diventare famoso per la fotografia di Marilyn Monroe, colta mentre l’aria calda di un tombino, davanti al Lux Theatre di Lexington Avenue di New York, le fa svolazzare la gonna, Sam Shaw (1912-1999), era stato scultore animalista e pittore. E infatti richiama l’immagine classica di una Venere la fotografia di Marilyn accovacciata, in controluce sullo sfondo di una finestra, il volto in ombra, il corpo perfetto coperto da un abito sottile. Anche questa foto venne scattata sul set di Quando la moglie è in vacanza, un film del 1955 di Billy Wilder, uno dei grandi maestri del cinema americano che più di altri seppe cogliere quell’indecifrabile miscela di sensualità e ingenuità di Marilyn, sex symbol e ultima grande star di Hollywood, che di lì a poco avrebbe diretto nell’esilarante A qualcuno piace caldo con gli indimenticabili Tony Curtis e Jack Lemmon. Nello Spazio Etoile di San Lorenzo in Lucina sono in mostra fino al 12 giugno, a cura di Armand Deriaz e Charles Henri Favrod, una esclusiva Alinari, cinquanta foto di Marilyn Monroe e di un centinaio dei suoi «amici», scattate dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta da Sam Shaw e dal figlio Larry. Tragicamente scomparsa nel ’62 (era nata nel ’26), Marilyn ha rivestito un ruolo di primo piano nella storia del costume del Novecento, entrando anche nel mondo dell’arte con gli infiniti multipli delle serigrafie a colori di Andy Walhol. Dopo aver lavorato come reporter e aver realizzato inchieste, dal mondo dei musicisti a quello dei minatori che gli procureranno molti guai, Sam Shaw negli anni Cinquanta si avvicina al mondo del cinema, realizzando il ritratto di Marlon Brando in maglietta nel film Un tram chiamato desiderio. L’anno dopo sarà la volta di Viva Zapata di Elia Kazan e dell’incontro con l’esordiente Marilyn che non abbandonerà più, facendole infiniti ritratti, molti dei quali resteranno inediti. Shaw frequenterà fra gli altri studi anche Cinecittà. Degli anni Sessanta le foto di Mastroianni e la Loren sul set Ieri, oggi, domani e di De Sica e Anna Magnani mentre leggono, è il 22 novembre ’63, la notizia dell’assassinio del presidente Kennedy. Il regista John Cassavetes definiva Sam Shaw «il moderno Prassitele che rivela la bellezza della nuova Afrodite». Ed ecco Marilyn che legge il giornale su una panchina di Central Park, che gioca con un bassotto, che si trucca, che fa acquisti, Marilyn insieme a Arthur Miller che saluta felice, con il capo coperto da un foulard, a bordo di una vettura scoperta fra i grattacieli di New York, Marilyn in costume bianco sullo sfondo azzurro del cielo e del mare. Immagini di una donna attraente e sfuggente, solare e viva, che non sembra vittima del suo personaggio. E poi i tanti «amici» più o meno fedeli sparsi per il mondo. Sono quasi tutti i divi dell’epoca d’oro del cinema americano, donne bellissime e uomini affascinanti o potenti. L’ex marito, il campione di baseball Joe Di Maggio, fotografato a Palermo mentre firma un autografo, Alfred Hitchcock sul set di Io confesso, Marlon Brando e Antony Quinn in Viva Zapata, Otto Preminger mentre gira Il cardinale, Antony Quinn di Zorba il greco, Omar Sharif di L’oro di MacKenna, Paul Newman in Paris Blues, Woody Allen in Ciao Pussycat di Clive Donner, il film del suo debutto come interprete e sceneggiatore insieme a Ursula Andress e Romy Schneider, Sean Connery di Londra nel ’66. E il catalogo potrebbe continuare con le dive. Da una giovanissima Gina Lollobrigida a Sophia Loren fino a Juliette Gréco, Judy Garland, Liz Taylor, Silvana Mangano. Marilyn and friends, fino al 19 giugno. Tel.

06/68136598.

Commenti