da Montreal
Sognava Del Piero, Valentino Rossi, tutti eroi da fumetto dei sogni. Laggiù a Vittoria, vicino Ragusa, basta poco per sentirsi felici. Ora avrà anche una medaglia dargento, che non è un sogno ma fa sognare. Non la solita, da «eterno secondo» come gli è scappato di dire dopo la gara, ripensando a quella vinta agli europei. Luca Marin stavolta porta a casa una medaglia che pesa: argento con record italiano (41167), quarto tempo di sempre. Specialità 400 misti, la gara dove bisogna saper fare tutto, farfalla, dorso, rana, stile, la gara dei superman, quella che doveva essere di Phelps e, invece, è stata di Laszlo Cseh con tanto di record europeo.
Meravigliosa sorpresa per uno finito in piscina controvoglia: colpa di un ortopedico che ha convinto i genitori a mandarlo in piscina per guarire una scoliosi. Proprio lui, che non avrebbe mai messo la faccia nellacqua per nulla al mondo, tanto che per un po ha nuotato solo a dorso. Poi si è immerso e non è uscito più. Lha tenuto in acqua Gjon Shyti, allenatore albanese conosciuto dieci anni fa e al quale è legato come a un fratello. «Se sono arrivato qui lo devo a lui», racconta a tutti a Montreal. «Ma quel che avrei combinato lho scritto in un biglietto lasciato in camera. Avevo detto: un tempo tra 41102 e 41202. Sono andato più vicino al primo. Sapevo che potevo andare sul podio. Anche perchè non cera Phelps». Diciannove anni e figlio unico, ragioniere come papà Claudio e mamma Mariella, entrambi contabili in aziende di fiori, concorrenti tra loro, Luca ha lasciato Vittoria facendo una promessa ai professori che lhanno promosso alla maturità.
Marin dargento per battere la scoliosi
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