Politica

«Marini traghettatore di ex dc» Lui smentisce, ma il caso è aperto

Polemica sul possibile passaggio dei senatori dalla Cdl all’Unione

da Roma

Molte chiacchiere, tante smentite, pochi fatti. La campagna acquisti a Palazzo Madama riesce quasi a fare concorrenza al calciomercato vero. La chiacchiera quasi ferragostana, riportata ieri dal Corriere della Sera, riguarda un ipotetico passaggio di una pattuglia di sette senatori della Cdl sul fronte della maggioranza. Artefice della «transumanza» Franco Marini, presidente del Senato, che avrebbe a lungo parlato, fra gli altri, con l’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu di Forza Italia e con l’ex segretario dell’Udc Marco Follini per convincerli a fare il grande salto. Marini ha fatto subito smentire dal suo portavoce la ricostruzione fatta: «Il presidente di Palazzo Madama sa che non è con la caccia a qualche voto nell’altro schieramento che potrebbero risolversi i problemi della maggioranza». Lo stesso ha fatto Pisanu, che ha anche minacciato querele, mentre Follini non ha voluto commentare, anche perché «non si può mica fare una smentita al giorno».
A parte i diretti interessati, anche maggioranza e opposizione hanno mostrato di non credere per niente al passaggio dei sette senatori alla maggioranza. Nega recisamente che possa esserci anche solo uno dei suoi interessato a queste manovre, il capogruppo al Senato dell’Udc Francesco D’Onofrio: «Nonostante il nostro spirito cristiano non siamo infatti nati per portare soccorso ai moribondi». E in fondo neanche la maggioranza ci crede: «Non penso - dice il capogruppo dell’Udeur alla Camera Mauro Fabris - che siano tante crocerossine che abbiano una gran voglia di correre in nostro soccorso». Nel centrodestra poi c’e anche chi invece è pronto a giurare che è tutto il contrario e che il cambio di casacca lo starebbero per fare «sette senatori dell’Unione», fa sapere Gianfranco Rotondi della Dc.
Il discorso cambia ovviamente se si passa all’ipotesi di trovare convergenze su singoli punti, ma a maggioranza invariata. Per l’Udc, in questo caso la linea è quella chiaramente dettata dall’ex presidente della Camera. E a cercare un’intesa su due-tre questioni chiave non ci trova niente di male neanche Rifondazione comunista.

Insomma, niente passaggi da uno schieramento all’altro, ma ricerca di convergenze politiche.

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