Mario Chiesa non perde il vizio Adesso va in galera per i rifiuti

Milano«Ma c’è la possibilità di fregare sul peso?». Perché questo «è l’unico modo per guadagnare con questo lavoro». Così parlò Mario Chiesa. Non ai tempi di Tangentopoli, ma a gennaio del 2006. Quando, al telefono con uno dei suoi nuovi soci d’affari, discute del suo ultimo business: lo smaltimento dei rifiuti. Un grosso giro di denaro gestito attraverso la Servizi ecologici Milano srl, società di intermediazione, formalmente amministrata dalla seconda moglie e nella quale lavora anche uno dei figli, ma in mano a Chiesa per «la completa gestione, la ricerca dei clienti, la stipula dei contratti». Così si legge nelle informative dei carabinieri del Noe di Milano e Treviso, che all’alba di ieri hanno arrestato quello che Bettino Craxi aveva ribattezzato «il mariuolo». E lui, davanti ai militari, non si è scomposto. «È un abbaglio - ha detto alla moglie prima di essere portato nel carcere di San Vittore -. Vedrai, si chiarirà tutto».
Per gli investigatori la matassa è più intricata. Perché gli indagati sono ventisette, perché sotto inchiesta c’è una società gemella (la Solarese srl, che trattava le terre di spazzamento stradale), il giro d’affari era di due milioni (e sono stati sequestrati beni per cinquanta milioni) e agli arresti - oltre a Chiesa - sono finite altre nove persone (due ai domiciliari). Ma è lui «il grande burattinaio». È Chiesa che, attraverso un sistema di tangenti fatte di buoni benzina, buoni pasto e capi d’abbigliamento, triplicava lo stipendio di chi (autisti dei camion, addetti ai controlli, dipendenti delle società a completo o parziale capitale pubblico) sedeva alla stessa tavola. Avrebbe controllato le gare d’appalto vincendo al ribasso, per poi recuperare con gli interessi. Tonnellate di rifiuti smaltiti, ma solo sulla carta. Con costi finali gonfiati del 10-13%. Di qui le accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico e la gestione illecita di rifiuti, e truffa aggravata ai danni di società pubbliche e private.
L’indagine della Procura di Busto Arsizio (Varese) «scava» nelle discariche del pavese, del bresciano e del cremonese. E il quadro che emerge nelle carte degli inquirenti è quello di «un infallibile, ramificato e radicato sodalizio criminoso», che avrebbe permesso da un lato di «smaltire illecitamente ingenti quantità di rifiuti, a cui è seguito un vorticoso e redditizio illecito guadagno», dall’altro «un altrettanto stabile e rodato sistema di aumento fraudolento dei quantitativi dei rifiuti, con lo scopo di gonfiare le fatturazioni». E Chiesa - che «con veri e propri ricatti e minacce (anche di denunce in Procura e ricorsi al Tar, ndr) è riuscito a far annullare una gara d’appalto e a far indire una nuova gara» che a Voghera si aggiudicherà proprio la Sem - sarebbe «il vero dominus della vicenda». È lui che «ordina, consiglia e dispone il da farsi per evitare di avere brutte sorprese».

La sua - insistono gli investigatori - «è una personalità criminale», e nelle sue conversazioni (intercettate) «non fa altro, con tutti gli interlocutori, che informarsi se c’è la possibilità di fregare sui pesi», e che in caso contrario «il lavoro non gli sarebbe interessato».

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