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Mario non è Super, l’Under ringrazia Okaka

Mario Balotelli ha cantato l’inno con Okaka e Ogbonna. Poi ha riflettuto sulle parole di Lippi, «deve pensare a portare l’Under 21 alle Olimpiadi», e si è messo a giocare. Ha preso tante botte, ha guadagnato almeno una decina di falli, molte volte il direttore di gara ha fatto correre e lui se l’è presa, a metà ripresa l’ha platealmente insultato con un vaffa sentito anche in tv, ha esultato petto a petto con Okaka al gol dell’1-0, ha provato un colpo di tacco e qualche dribbling, ha tirato un paio di punizioni non proprio irresistibili.
Insomma, ha svolto il proprio compitino, sufficienza piena, ma nulla più. SuperMario per una sera è rimasto semplicemente Mario. L’Italia ha vinto 2-0 contro l’Ungheria, è tornata in corsa per la qualificazione all’Europeo, ma per una volta i meriti sono di altri. Merito di Okaka che ha sfruttato un’indecisione di Korcsmar e si è lanciato verso il gol; merito di Marrone, che ha chiuso i conti al 36’ della ripresa; merito di Ogbonna, statuario nel cuore della difesa.
Pare, è notizia di ieri, che Balotelli abbia rilevato il 10% della Palakarting srl, società specializzata nella realizzazione e gestione di circuiti per auto e go-kart. Eppure ieri ha giocato con il freno a mano tirato, poche accelerazioni, qualche fraseggio tentato con Okaka, un dribbling sbagliato che si è tramutato in un fortuito assist per De Silvestri.
Parlando della coppia Okaka-Balotelli, il ct Casiraghi non ha lesinato complimenti: «Quando hai due giocatori così bravi fisicamente e tecnicamente, l’apporto è notevole. Sono contento per loro, già ieri in allenamento mi avevano impressionato». E su Balotelli nella nazionale maggiore? «Mario ha tanto tempo davanti a sé - risponde sorridendo -, ci rivedremo a settembre. Chissà se lui ci sarà ancora...».
Più che contro gli ungheresi, Balotelli, come spesso gli succede, ha iniziato la partita sfidando il direttore di gara, il francese Turpin, 27 anni, quasi un coetaneo di Mario. Più di una volta, il direttore di gara ha dovuto prendere in un angolo l’azzurro e intimargli di smetterla con le proteste: la prima volta erano passati soltanto nove minuti, nonostante in quel caso Mario avesse tutte le ragioni per arrabbiarsi. Balotelli ha subito tre falli nel primo quarto d’ora di gioco, a un certo punto ha sbottato, sempre contro Turpin: «È sempre colpa del 5». Okaka, il suo compagno d’attacco e di camera, ha provato a calmarlo, Mario l’ha ascoltato e cinque minuti dopo erano lì entrambi sorridenti a festeggiare la rete dell’ex giallorosso, al 25’ del primo tempo.
Balotelli è così, prendere o lasciare, sbuffa, sembra che niente gli vada mai bene eppure in cuor suo è sereno: a volte l’esuberanza lo porta a strafare, ha provato a far gol su punizione da qualsiasi posizione, ha voluto pure battere quasi tutti gli angoli (ha ragione, è quello che li calcia meglio). Segno che si sente importante per questa Under 21, segno che anche lui vuole sacrificarsi per centrare la qualificazione a Europei e Olimpiadi. Poi c’è anche il Mario che diventa «Super» solo nelle occasioni sbagliate. Come al 26’ della ripresa quando, dopo un fallo non fischiato da Turpin, si è rivolto all’arbitro con epiteti da cartellino rosso: «Sei una m... - gli ha urlato, accompagnando le parole con evidenti gesti - Vaff... Vaff...». Fosse stato un arbitro un filino - ma non tanto - più permaloso, Balotelli avrebbe finito la sua partita anzitempo. E le sue speranze di andare al Mondiale? Già esigue, si sarebbero azzerate.

Attento, Mario.

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