Roma - Onorevole Maroni, la Lega ha raddoppiato i voti al Nord, si è avvicinata all’8% in Emilia Romagna. Un voto storico per voi.
«Non stiamo ancora festeggiando. I risultati non sono definitivi... La prudenza è d’obbligo, ma mi pare che rispetto ai dati che stanno uscendo la situazione non possa che migliorare nelle prossime ore».
In via Bellerio fate i prudenti, ma il risultato è clamoroso. Cosa ha pagato?
«La nostra storia, la determinazione, il coraggio di Bossi, l’onestà riconosciuta del nostro impegno. La gente ha capito che la Lega è il partito del federalismo ed è diffusa in tutti gli strati della società, destra e sinistra».
C’è chi già dice, come Rosi Bindi, “voglio vedere adesso Berlusconi con 22 senatori leghisti a Palazzo Madama”. Cosa risponde?
«Le rispondo di preoccuparsi di casa sua, e che a casa nostra pensiamo noi. I senatori leghisti sono la garanzia per la democrazia. Pur essendo due gruppi diversi con il Pdl agiremo come una grande maggioranza coesa volta a realizzare il programma».
Garantisce la lealtà della Lega?
«Evidentemente nel Partito Democratico brucia la sconfitta... ma rispondo ancora dicendo che in questa legislatura saremo impegnati a fare due cose: sostenere lealmente il governo Berlusconi e realizzare il programma che abbiamo sottoscritto e depositato. Tutto il resto sono chiacchiere livorose di chi pensava di vincere».
La Sinistra Arcobaleno è crollata, spariscono simboli storici. Che voto è stato?
«Un voto rivoluzionario perché ha cacciato dalla politica la vecchia ideologia e ha cacciato il comunismo. Il comunismo è definitivamente morto oggi. È anche stato un voto che ha ridotto al minimo la politica ambigua di chi non sta né di qua né di là, come l’Udc, e ha premiato in maniera straordinaria i partiti fortemente legati al territorio».
Cosa ha creato questa «rivoluzione»?
«È una svolta dovuta alla lungimiranza e all’impegno principalmente di Berlusconi, ma in parte anche di Veltroni: se fossi in loro, nel Pd non mi metterei ad accusare in modo così meschino la Lega, ma mi rallegrerei del fatto che anche attraverso la svolta del Pd la politica italiana ha avuto una forte accelerazione».
Che Parlamento sarà?
«Un Parlamento moderno della stagione dopo le ideologie: sarà il primo Parlamento post ideologico dell’età Repubblicana e va salutato con grande soddisfazione».
Avete guadagnato voti dagli alleati, ma forse addirittura a sinistra?
«Ho sentito dire che saremmo stati dei cannibali di voti nei confronti degli alleati. In realtà abbiamo preso voti anche da chi votava a sinistra. Da chi ha capito che questa sinistra del “no” fa i danni al Nord. Se uno si sente padano, lombardo, lo è prima che di destra o di sinistra. I partiti territoriali sono il futuro, il voto di oggi ne è la dimostrazione».
Come si spiega il dato così alto in Emilia Romagna?
«Sfondare nelle regioni rosse era un sogno che forse comincia a realizzarsi. Premia il nostro lavoro, il grande impegno sul territorio, siamo pesanti. E poi è come se si fosse rotta la diga del federalismo».
Con il voto di oggi?
«Il federalismo veniva visto come una cosa negativa che spacca il Paese, ora invece come una opportunità straordinaria. Gli elettori sono più maturi di molti politici e hanno verificato che la Lega è un grande partito di popolo, che condivide valori di libertà e di tolleranza, che è l’alfiere del federalismo. Non siamo un partito di protesta, ma un grande partito».
Gli elettori, al contrario dei politici, vi vedono uniti e leali all’alleanza?
«Una delle novità di questo voto è il successo della Lega in alleanza: l’alleanza con Berlusconi ci aveva sempre penalizzato nelle elezioni passate, adesso no. Dopo i due anni di malgoverno Prodi è come se si fosse accesa una lampadina nella testa degli elettori, come se, capendo cosa è la sinistra al governo, abbiano detto: andate voi, state insieme».
Lei dice che siete un partito pesante. Lo farete sentire imponendo un’accelerazione di alcuni temi come il federalismo fiscale?
«Il programma prevede tante cose tra cui il federalismo fiscale, ma non ci sarà nessun dissidio, nessuna forzatura. Siamo due corpi e un’anima, due partiti e un solo programma».
Sulle riforme la Lega potrebbe essere il punto di avvicinamento con l'opposizione?
«Non ci muoveremo separatamente a
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